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L’Osce promuove le elezioni ucraine “registrati solo incidenti isolati”

Le elezioni politiche di ieri in Ucraina “si sono svolte in conformità alle norme democratiche”. Lo ha detto l’Osce sulla base delle prime conclusioni degli osservatori europei che hanno seguito lo scrutinio. Il coordinatore della missione degli osservatori Kent Harstedt, ha inoltre definito il voto di ieri “un momento decisivo per il futuro del paese, per gli organi del potere e per gli elettori”. Le elezioni politiche di ieri in Ucraina sono state “ben organizzate” e “si sono registrati solo incidenti isolati”, fa sapere l’Osce precisando che il processo di voto “e’ stato giudicato positivamente nel 99% dei seggi elettorali osservati”, anche se “si sono riscontrate alcune irregolarità procedurali”.

Nel frattempo lo spoglio delle ultime schede è quasi ultimato I dati ancora parziali mostrano un testa a testa fra il partito del Presidente ucraino Petro Poroshenko e quello del premier Yatseniuk. Di sicuro, al momento, appare solo che l’Ucraina avrà un Parlamento nettamente filoeuropeo. I due leader dovranno inevitabilmente coabitare dopo il testa a testa tra il blocco del Presidente, rimasto sotto le attese, e il Fronte popolare del premier Iatseniuk, che sarà riconfermato dopo aver raddoppiato i consensi della vigilia sorpassando per ora di un soffio il capo dello Stato nel proporzionale: 21,82% contro 21,45% con il 70% delle schede scrutinate. Sia l’Osce, – l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa – sia l’intera Comunità internazionale hanno salutato i risultati come una vittoria della democrazia.

Grazie ai seggi uninominali, Poroshenko dovrebbe diventare il primo partito, con 127 seggi, mentre Yatseniuk si dovrebbe fermare a 80: non avendo la maggioranza semplice di 226 voti, i due leader dovranno formare una maggioranza più ampia, coinvolgendo altri partiti: quello nuovo di Samopomich (11.12%), quello vecchio di Yulia Timoshenko (Patria, al 5,66%) e quello recente di Svoboda, che però al momento resta sotto la soglia di sbarramento del 5% (4,72%). Per la prima volta dal 1991 resta invece fuori dalla Rada il Partito Comunista, visto come l’erede dell’ex Urss.

In una nota pubblicata dopo la diffusione dei primi exit poll, Poroshenko ha ringraziato gli elettori per aver sostenuto “una maggioranza democratica, riformista e pro-europea”. “La maggioranza degli elettori si è schierata a favore delle forze politiche che sostengono il piano di pace presidenziale e cercano una soluzione politica alla situazione nell’est”, si legge nel comunicato. “Una maggioranza costituzionale, più di tre quarti degli elettori che hanno votato, ha fornito un sostegno forte e irreversibile al cammino dell’Ucraina verso l’Europa”. Poroshenko ha poi annunciato che i colloqui per la formazione di una coalizione non dureranno più di 10 giorni.

L’attenzione degli osservatori internazionali sono tutti rivolti al possibile scontro tra Poroshenko e Yatseniuk, ritenuti più legati rispettivamente alla comunità europea e agli Usa, con il primo più disponibile al dialogo con Putin e il secondo molto meno. Entrambi, secondo gran parte degli analisti, sono per la pace nel Donbass, ma non concorderebbero sulle trattative di pace: Poroshenko sarebbe pronto a concessioni territoriali e autonomistiche, Yatseniuk no. Fondamentale nel programma in vista della formazione del nuovo esecutivo – ha sottolineato il leader del Fronte popolare Yatsenyuk – sarà l’intesa sull’accordo di associazione all’Unione europea. Le elezioni non si sono svolte nell’Est del Paese, controllato dai ribelli, e in Crimea.

Milena Castigli

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