Stay put”, “restate barricati”: sarebbe stato questo l'ordine impartito agli abitanti della Grenfell Tower, il grattacielo londinese bruciato a causa di un corto circuito nella notte del 14 giugno 2017, nel quale 72 persone perirono fra le fiamme senza avere alcuna via d'uscita o riparo per rifugiarsi dal fumo e dal fuoco. Quest'oggi, a quasi un anno di distanza dalla tragedia (costata la vita anche a due nostri giovani connazionali, i fidanzati Marco Gottardi e Gloria Trevisan), l'esperta Barbara Lane ha esposto davanti alla Commissione indipendente d'inchieste istituita da Theresa May (già all'indomani della tragedia), il rapporto stilato su quanto avvenuto nell'edificio di Londra e nel quale, per l'appunto, si leggerebbe di come l'ordine per gli abitanti della Grenfell fu: “Stay put”, “restate barricati”.
Le immagini del disastro
Un ordine che, visto l'andamento degli eventi, si è rivelato fatale. Secondo l'esperta “un’evacuazione tempestiva dell’edificio, entro mezz’ora dall’allarme, sarebbe stata necessaria”, pur concedendo come “non fosse una decisione facile da prendere”. La scelta, secondo quanto riportato nel dossier, fu presa sulla base di alcune valutazioni sulla tenuta delle porte ignifughe, rivelatesi però fallaci. Nel frattempo, mentre l'inchiesta prosegue col suo carico di dolore (aperta dalla straziante testimonianza dei familiari delle vittime), l'attenzione si è concentrata sulle immagini, rese per la prima volta disponibili, della cucina del flat 16, l'appartamento dal quale l'inferno è cominciato. Immagini eloquenti, che mostrano stanze completamente divorate dalle fiamme, pareti annerite, elettrodomestici ridotti a una massa informe di metallo, compreso il frigorifero dal quale l'incendio ha iniziato a divampare finendo, in pochissimo tempo, per coinvolgere l'intero grattacielo.
Materiale infiammabile
E, proprio sulla rapidità con la quale la Grenfell è andata a fuoco, si sta concentrando buona parte dell'inchiesta, ormai focalizzata sull'accusa al rivestimento esterno dell'edificio, realizzato con un matariale altamente infiammabile (utilizzato forse come rivestimento estetico) che avrebbe fatto da conduttore delle fiamme fin quasi alla vetta del grattacielo. Il tutto, unito al ritardato “ok” all'evacuazione della struttura, che sarebbe arrivato soltanto alle 2.47 della notte, ovvero quando le scale verso il pianterreno erano già state invase dal fumo o divorate dalle fiamme. Una commistione di responsabilità che, come esito, ha avuto una delle tragedie peggiori che il Regno Unito riesca a ricordare, dalla Seconda guerra mondiale a oggi, per numero di vittime seconda solo al Grande smog del 1952.