Ok all’unanimità del Consiglio di Sicurezza Onu alla risoluzione che allarga il mandato dell’operazione Sofia nel Mediterraneo, mettendo in atto nelle acque internazionali al largo della Libia l’embargo sulle armi destinate l’Isis. “Viste le circostanze eccezionali – si afferma – si decide di autorizzare per un periodo di 12 mesi dall’adozione della risoluzione gli stati membri (a livello nazionale o attraverso organizzazioni regionali) a ispezionare le navi nelle acque internazionali al largo delle coste libiche su cui si hanno fondati motivi di ritenere che stiano trasportando armi in violazione dell’embargo”. E “si autorizzano tutte le misure proporzionate alle circostanze per effettuare tali ispezioni”.
In virtù del documento gli Stati membri potranno “sequestrare e smaltire tali armi distruggendole o rendendole inutilizzabili”. I Quindici “condannano il flusso di armi verso la Libia o dalla Libia in violazione dell’embargo” ed esprimono preoccupazione che armi di contrabbando possano essere usate da gruppi terroristi che operano nel Paese africano, incluso lo Stato Islamico. Inoltre, si “sollecitano gli Stati membri a combattere con tutti i mezzi, in conformità alla Carta delle Nazioni Unite, le minacce alla pace e sicurezza internazionale causate da atti terroristici”. Nel testo si esprime la grave preoccupazione per la crescente minaccia posta da gruppi terroristici affiliati all’Isis e per il flusso di foreign fighters, ma anche quella rappresentata da armi non garantite, e si sottolinea l’importanza del sostegno internazionale al paese e a tutta la regione per affrontare tali rischi.