Alla vigilia di un Consiglio di sicurezza Onu sulla crisi umanitaria in Siria, la consigliera Susan Rice ha incontrato l’Alto commissario Onu per i rifugiati (Unhcr) Antonio Guterres. I due hanno discusso la grave crisi umanitaria in Africa e Medioriente, Kenya, Siria, Yemen. Rice e Guterres, secondo la Casa Bianca, hanno rimarcato la “responsabilità condivisa” dei leader internazionali, per rispondere a queste crisi, e hanno poi discusso “nuovi approcci per sostenere i paesi che ospitano profughi per lunghi periodi”.
Ma già ieri, poche ore prima del summit Ue sull’imigrazione, l’Onu ha espresso le sue perplessità: infatti dovrebbe essere proprio l’Unione a creare canali per favorire l’immigrazione regolare, impegnarsi a ricevere un numero di rifugiati “significativamente più alto” e mettere a punto urgentemente un’operazione di ricerca e salvataggio in mare dei migranti, come hanno sottolineato in un comunicato congiunto gli Alti rappresentanti dell’Onu per i diritti umani e per i rifugiati, Zaid Raad Al Hussein e Antornio Guterres, Peter Sutherland e William Lacy Swing, capo dell’organizzazione internazionale per le migrazioni.
“I leader europei mettano al primo posto la vita umana, i diritti e la dignità”, si legge, soprattutto quando sono chiamati “a trovare un accordo sulla risposta comune alla crisi umanitaria”. Nel comunicato auspicano anche “una robusta operazione di soccorso guidata dagli Stati,”, la “creazione di adeguati canali di migrazione sicura e regolare” e l’impegno ad “accogliere un numero sensibilmente più alto di rifugiati”. Notano inoltre come la risposta dell’Europa deve andare oltre l’approccio attuale, “che si focalizza principalmente sul frenare l’arrivo di migranti e rifugiati sulle proprie coste”.