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L’Onu condanna l’attacco ai caschi blu nel Mali

Il Mali continua ad essere teatro di violenze e scontri. Nonostante l’arrivo, un anno fa, della missione dei caschi blu del Minusma (Mission multidimensionnelle intégrée des Nations Unies pour la stabilisation au Mali), con circa 12.600 uomini, tra militari e polizia e il difficile compito di supervisionare l’acquartieramento dei combattenti touaregs del Mnla nella città di Kidal.

Ieri un attacco contro la missione Onu in Mali ha provocato la morte di un soldato nell’accampamento di Kidal. Il Consiglio di Sicurezza ha condannato l’accaduto: “Attacchi simili possono costituire crimini di guerra”. “Indignato” il segretario Ban ki-Moon. In una dichiarazione approvata all’unanimità, il Consiglio ha ribadito il pieno sostegno alla missione Minusma e alle forze francesi che l’appoggiano”, e chiede al governo del Mali “di condurre rapidamente una inchiesta su questo attacco e di assicurare i responsabili alla giustizia”. Il Consiglio ha ricordato poi ai gruppi armati presenti nel nord del paese il loro impegno a cooperare con le Nazioni Unite per evitare attacchi contro i ‘caschi blu’, come stabilisce la dichiarazione che hanno firmato ad Algeri il 16 settembre scorso.

Dopo l’uccisione, ieri, di un ‘casco blu’ senegalese, il capo delle operazioni di ‘peace-keeping’ dell’Onu, Hervé Ladsous, ha annunciato un rafforzamento del dispositivo di sicurezza della missione; un provvedimento già all’esame dopo l’assassinio di nove membri del contingente nigeriano della Minusma il 3 ottobre scorso nella regione nord-orientale di Gao.

Intanto il ministro degli Esteri del Mali, Abdoulaye Diop, ha chiesto alle Nazioni Unite di valutare l’invio di “una forza d’intervento rapida” nel nord del Mali, in seguito a una serie di attacchi mortali contro la Missione dell’Onu. “Dovrebbe forse il Consiglio prendere in considerazione la realizzazione di una Forza d’intervento rapida capace di lottare efficacemente contro gli elementi terroristici?”, si è chiesto il ministro rivolto, in videoconferenza da Bamako, ai quindici Paesi membri del Consiglio.

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