Secondo l'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani (Unhcr) il governo siriano sta pianificando “l'apocalisse” nel proprio Paese, aggiungendo che il conflitto è entrato in una nuova “fase di orrore“.
Inferno
“Questo mese, Ghouta Est è stata descritta dal segretario generale come un inferno sulla terra, il prossimo mese o il prossimo ancora sarà in un altro posto che la gente dovrà affrontare l'apocalisse, un'apocalisse programmata, pianificata ed eseguita da individui che lavorano per il governo, apparentemente con il sostegno assoluto di alcuni dei loro alleati stranieri”, ha denunciato Zeid Ra'ad al-Hussein durante la presentazione del rapporto annuale dell'Unhcr a Ginevra. Negli ultimi giorni, l'esercito siriano ha conquistato quasi il 40% dell'intero territorio ribelle minaccia di dividere in due l'enclave, aggravando la situazione umanitaria della popolazione civile rimasta bloccata all'interno.
Rinforzi da Damasco
Il regime siriano ha, intanto, inviato centinaia di combattenti di rinforzo sulla linea del fronte a Ghouta Est. Lo riferisce il direttore dell'Osservatorio siriano per i diritti umani, Rami Abdel Rahman, precisando che “almeno 700 tra afghani, palestinesi e miliziani lealisti siriani sono arrivati da Aleppo e inviati martedì sera a Ghouta”.
I rinforzi, ha spiegato l'Ong, sono andati a posizionarsi sui due principali fronti sul lato occidentale dell'enclave, compresa la cittadina di Harasta. L'intensa campagna di bombardamenti, avviata lo scorso 18 febbraio dall'aviazione governativa, ha fatto centinaia di morti tra i civili, tanto da spingere il Consiglio di Sicurezza Onu a fine febbraio ad approvare una tregua umanitaria, rimasta però lettera morta. Per questo,è prevista una nuova riunione del Cds per discutere il fallimento del cessate il fuoco. Secondo gli ultimi dati forniti dall'Ondus in meno di un mese le vittime civili nella regione sono state 800, fra queste almeno 177 bambini.