La Gran Bretagna è pronta a restare all'interno dell'unione doganale anche dopo il 2021. Lo anticipa il Telegraph rivelando i contenuti di una riunione svoltasi martedì sera, in cui il modello ha visto comunque l'opposizione del ministro degli Esteri, Boris Johnson, e quello all'ambiente, Michael Gove.
Il documento
I ministri britannici hanno sottoscritto martedì sera un documento che delinea la visione delle relazioni tra Londra e Bruxelles dopo la Brexit, fissata per il 20 marzo 2019. Il “libro bianco” spiegherà in maniera “dettagliata, ambiziosa e precisa” la posizione del Regno Unito, ha spiegato il capo negoziatore britannico, il ministro David Davis. Secondo Davis, si tratterà del documento “più significativo” sulla Brexit dal referendum del giugno 2016; e spiegherà “quel che cambierà” dopo il ritiro del Regno Unito, su temi come l'unione doganale, appunto, i servizi finanziari o la futura relazione di sicurezza con i 27. Il testo dovrebbe essere divulgato prima del vertice europeo a Bruxelles il 28 e il 29 giugno. Nella riunione di martedì sera, Theresa May ha affrontato con i membri più importanti del suo governo le distinte opzioni doganali possibili, per risolvere il problema della frontiera tra Irlanda del Nord ed Eire.
Precipizio
Della Brexit ha parlato anche il vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis, in un'audizione davanti all'Europarlamento, spiegando che tanto la Bce che la Banca d'Inghilterra si stanno preparando allo scenario di un mancato accordo fra le parti. Bce e Boe hanno istituito un “gruppo di lavoro” che “sta lavorando sulle conseguenze della Brexit”, in particolare le ripercussioni finanziarie che potrebbero esserci il 30 marzo 2019, data di uscita del Regno Unito dall'Ue, ha rivelato Dombrovskis. Il lavoro preparatorio include il cosiddetto “cliff edge effect (effetto precipizio) in caso di mancato accordo”, ha concluso.