Una serie di esplosioni ha scosso la città nord-orientale di Maiduguri, proprio prima dell'apertura dei seggi per le elezioni presidenziali e legislative.
Nel mirino
Il centro abitato è stata spesso colpito da attentati del gruppo jihadista Boko Haram. Le deflagrazioni sono state udite dai residenti intorno alle 6.00 e le cause al momento sono ignote. Giovedì almeno 59 persone sono morte in un tentato attacco nel villaggio di Danjibga nel nordovest, respinto da forze paramilitari.
Il voto
Oggi milioni di nigeriani, gran parte dei quali di età inferiore a 35 anni, sono chiamati alle urne in un clima di tensione dopo il rinvio a sorpresa di una settimana per problemi logistici, deciso dalla Commissione elettorale (Inec) poche ore prima dell'apertura dei seggi in programma il 16 febbraio. Al voto sono chiamati 83 milioni di elettori (ne sono attesi circa 73 milioni) per eleggere il Parlamento e il presidente per i prossimi 4 anni, tra un numero record di 73 candidati. Si prevede un testa a testa tra il presidente uscente, Muhammadu Buhari, 76 anni, leader del Congresso di tutti i progressisti (Apc), e il suo principale sfidante, l'imprenditore del settore petrolifero Atiku Abubakar, 72 anni, alla guida del Partito democratico popolare (Pdp) di centro-destra. La Nigeria è la nazione africana più popolosa e la prima economia del continente.
Minaccia
La minaccia principale sul voto, come anticpato, è rappresentata da Boko Haram, gruppo jihadista assurto a notorietà mondiale col sequestro delle 276 studentesse di Chibok dell'aprile 2014. I terroristi hanno avvertito che votare equivale all'apostasia e in alcune aree si teme che il voto non possa svolgersi per paura di preannunciati attentati incendiari. L'Onu ha stimato che, solo da novembre, 59 mila persone hanno dovuto abbandonare le proprie abitazioni per sfuggire agli estremisti islamici e il mese scorso soltanto negli stati del Borno e dello Yobe sono stati registrati 39 attacchi.