Cambogia sempre più cinese? È questa la domanda che si stanno facendo gli Stati Uniti davanti a una sempre più frequente presenza cinese nel delta del Mekong. Se non altro, una serie di negoziati induce a riflettere su un potenziamento dei rapporti tra il Paese e l'estremo Oriente. L'ultimo tassello di questa prolifica partnership è stato annunciato ieri, in una diretta Facebook, dal primo ministro cambogiano, Hun Sen, che ha reso noto l'acquisto di armamenti da Pechino con l'obiettivo di rafforzare le sue forze armate: “Ho ordinato l’acquisto di decine di migliaia di armi aggiuntive” ha dichiarato il premier ieri, palesando l'intenzione di ammodernare l'apparato difensivo di tutto il Paese: “Voglio rafforzare l’Esercito” ha detto.
#show_tweet#
La diretta Facebook del primo ministro della Cambogia, Hun Sen
Cina, quanto mi costi?
Ma quanto costa il debiot alla Cina? Stando alle stesse dichiarazioni di Hun Sen, il Paese ha pagato a Pechino 40 milioni di dollari per l'ultimo acquisto di armi, a cui si aggiungono 290 milioni dai precedenti accordi di fornitura, come sottolinea Agenzia Nova. Tutto questo è stato reso possibile perché la Repubblica Popolare Cinese ha concesso al “Regno” dei prestiti a tassi agevolati, oltre ad aver ottenuto la possibilità di investire nella rete infrastrutturale di tutto il Paese. Il presidente cambogiano non fa mistero di questo, anzi di recente ha preso parte alla restaurazione della baia di Phnom Penh che porta la firma esclusiva – e totalizzante – di Pechino. Alcuni Paesi come gli Stati Uniti, legati alla Cambogia, non hanno nascosto il loro scetticismo, sottolineando il timore che gli investimenti nel Paese siano il preludio a una, sempre più costante, presenza militare cinese nel Sud-est asiatico. D'altra parte, a marzo scorso, il portavoce del governo cambogiano Phay Siphan aveva sottolineato il carattere “ottimo” dei rapporti con Pechino, fautore di investimenti significativi per lo sviluppo dell'economia cambogiana e il contrasto della povertà nel Paese: “Gli investimenti cinesi hanno portato enormi afflussi di denaro e tecnologie per lo sviluppo della Cambogia […]. La presenza di investitori cinesi riflette davvero la loro fiducia nella pace e nella stabilità della Cambogia” ha dichiarato Siphan. Gli ultimi dati del rapporto sul turismo cambongiano sembrerebbero confermale: nel 2018, oltre 2 milioni di turisti cinesi hanno visitato il Paese, con un aumento del 67% rispetto all'anno precedente.
Galeotta Ream
Sebbene Hun Sen abbia smentito l'esistenza di accordi segreti con Pechino, prende sempre più piede l'ipotesi che la Cambogia abbia firmato con la Cina un accordo per la presenza militare di Pechino nel Golfo della Thailandia. Ne hanno fatto chiarezza i reportage del The Wall Street Journal e Le Monde che, al contrario, sostengono che Xi Jinping e Hun Sen avrebbero firmato un accordo segreto per permettere alla marina militare di Pechino di utilizzare per 30 anni la base navale cambogiana di Ream, nella provincia Preah Sihanouk, nonostante la Costituzione del Paese vieterebbe l'installazione di basi militari nel Golfo della Thailandia. L'accordo, stando ai due quotidiani e nonostante i due governi abbiano negato, prevederebbe la costruzione di due moli, ciascuno per il proprio Paese. Il mese scorso, il vice assistente segretario della Difesa statunitense per il Sud-est asiatico, Joseph Felter, ha inviato una lettera al ministro della Difesa cambogiano, Tea Banh, chiedendo chiarimenti in merito. Va detto che gli Stati Uniti avevano precedentemente offerto a Hun Sen la disponibilità da rinnovare le infratstrutture della stessa base di Ream in seguito alla richiesta, presentata a gennaio scorso, dal Comitato nazionale per la sicurezza marittima della Cambogia. Il rinnovamento made in Usa prevederebbe un centro di addestramento e depositi per le imbarcazioni, in parte già completati nel 2017 per ospitare sei pattugliatori Rhib donati dagli Usa alla Cambogia. Nonostante l'avanzamento dei lavori, preoccupa a Washington la notifica del Paese a interrompere i lavori di potenziamento delle strutture, poiché ritenuti “non più necessari”. I portavoce del governo non fanno mistero dei progetti futuri della Cina in Cambogia: Ky Sereyvath, ricercatore economico presso l'Accademia reale della Cambogia, ha detto che gli investimenti cinesi aiuteranno la Cambogia ad aumentare le esportazioni verso Cina in futuro, che con una popolazione di circa 1,4 miliardi potrà essere un enorme mercato per i prodotti cambogiani.
L'ombra del Dragone
Il governo della Cambogia sembra fiducioso degli ampi investimenti di Pechino, convinti che un rilancio economico possa favorire la pace a lungo agognata. Gli investimenti cinesi non si concentrano soltanto nel settore infrastrutturale e della difesa. Nel distretto di Tboung Khmum, ha preso avvio, nel marzo scorso, l'erezione di un ospedale grazie al sostegno cinese, che non si limita solo alla costruzione del polo sanitario: “Una volta che i lavori saranno ultimati, la Cina invierà sul posto medici ed esperti del settore per formare adeguatamente lo staff ospedaliero”. Il polo di Tboung Khmum può essere l'esemplificativo esempio degli investimenti di Pechino, che non si limitano alla costruzione, ma mirano alla costituzione di poli di riferimento anche per altri Paesi del Sud-est asiatico: è per questo, che la Cina destina manodopera e know-how per settori “strategici” in senso lato. In questo senso rientra il grande accordo per la realizzazione di 19 progetti nel Paese del valore di 7,66 milioni di dollari. Secondo l'agenzia di stampa ufficiale cinese Xinhua, i negoziati, che rientrano nello speciale Fondo di cooperazione Lancang-Mekong, hanno l'obiettivo di rilanciare l'economia cambogiana e influire sui Paesi limitrofi come Myanmar, Thailandia, Laos e Vietnam. Un progetto ambizioso, dunque, come sempre contraddistingue la politica estera della Repubblica Popolare Cinese.