I Paesi Bassi non si preoccupano del ricorso presentato dall'Italia per la riassegnazione a Milano della sede dell'Agenzia europea del Farmaco (Ema) e si dicono pronti a collaborare con il Parlamento europeo e ad accogliere i deputati di Strasburgo che vogliano visitare le strutture destinate a ospitare l'Ema.
Sopralluogo
Lo riferiscono all'Agi fonti diplomatiche olandesi, dopo la richiesta avanzata ieri dalla Commissione Ambiente dell'Europarlamento che aveva chiesto di poter effettuare un sopralluogo nella futura sede dell'agenzia ad Amsterdam. “Siamo in stretto contatto con il Parlamento europeo per una visita ai siti – ha spiegato una fonte- ne saremo onorati. Non vediamo l'ora di condividere i nostri piani e progredire con loro. Garantire che la delocalizzazione dell'Ema proceda secondo i piani è una responsabilità condivisa da tutti noi, in modo da garantire che l'agenzia possa continuare il suo importante compito senza interruzioni”.
Poche chance
Sul ricorso italiano ieri si è espressa la Commissione europea, non lasciando molte chance a quella che viene considerata una mera “questione elettorale” del governo di Roma su cui l'Ue, secondo quanto affermato dal commissario alla Salute, Vytenis Andriukaitis, “non vuole entrare”. Per Milano, insomma, le speranze sono ridotte a un lumicino, nonostante la verve del sindaco Giuseppe Sala. “Mettiamo pressione facciamo sì che i funzionari europei si alzino dalla sedia e vadano a vedere lo spazio transitorio di Amsterdam, vadano a vedere se può contenere le mille persone dell'Agenzia del farmaco” ha detto a 24Mattino su Radio 24 in merito al ricorso presentato dal Comune e dal Governo rispettivamente al Tribunale dell'Unione Europea e alla Corte di Giustizia Ue, per ottenere l'annullamento dell'assegnazione ad Amsterdam. Sala ha, tuttavia, riconosciuto che “Il ricorso è difficile – ammette il sindaco – ma io ci proverei senz'altro”. Secondo il governo italiano, in particolare, “la non corrispondenza della realta' dei fatti a quanto rappresentato nell'offerta non può non riverberarsi sulla validità della decisione finale”.