Non si riescono a percepire segnali positivi dalla Grecia, infatti, “assumendo che si trovi un accordo con i creditori – cosa che non sembra proprio a portata di mano – la crescita resterà comunque debole”, perché “l’incremento di investimenti e consumi sarà minato da condizioni di credito in deterioramento e bassa fiducia”, scrive l’Ocse nel sul Economic Outlook, stimando una crescita di +0,1% per quest’anno e +2,3% per il prossimo.
“L’implementazione delle riforme rimane una sfida e un fallimento nel farlo danneggerebbe la crescita”, scrive ancora l’organizzazione parigina, sottolineando che il debito resta “estremamente elevato”, al 180% del Pil nel 1015, e del 178,1% nel 2016. E aggiunge che per il Paese rimane una sfida la raccolta fiscale e che “i prestiti non performanti nel sistema bancario continuano a ridurre la crescita del credito e l’incertezza sull’accordo con i creditori ha portato ampi prelievi nei mesi recenti”.
L’organizzazione poi consiglia di puntare sulle “riforme per migliorare l’efficienza della pubblica amministrazione e la composizione del riassetto”, in modo da mitigare l’impatto dei “vincoli fiscali” e rendere la crescita del Paese più inclusiva per tutti. L’Ocse sottolinea poi che “una riforma del fisco è necessaria per combattere l’evasione e aumentare i redditi”, e che una rete di sicurezza sociale “più ampia e ben progettata aiuterebbe i più vulnerabili”, dividendo i costi e i benefici degli aggiustamenti in un modo più giusto.