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Lo scandalo Petrobas travolge il Brasile. Decine di politici coinvolti

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Si allarga lo scandalo della corruzione di Petrobras. Al centro ci sono un gruppo di manager di Petrobras, i quali si sarebbero accordati con i politici per chiudere un occhio di fronte ai contratti da centinaia di milioni di euro che alcune società di costruzioni ottenevano da Petrobras. Le commesse avrebbero avuto prezzi gonfiati e il 3 per cento del loro valore totale sarebbe stato intascato da membri della classe dirigente brasiliana che avrebbero dovuto controllare sul corretto svolgimento delle gare d’appalto. Secondo BBC, anche se non è coinvolta direttamente, il caso potrebbe mettere in grave difficoltà la presidente Rousseff che si trova già in una situazione complicata a causa delle misure di austerità economica annunciate per i prossimi mesi.

La Corte Suprema del Brasile ha ora dato il via libera alle indagini su 54 politici, inclusi il presidente del Senato Renan Calheiros e quello della Camera dei deputati Eduardo Cunha, come richiesto dalla Procura generale. Nella lista degli indagati, per aver preso tangenti dalla compagnia di Stato Petrobras, anche l’ex capo della staff del Presidente Dilma Rousseff, Gleisi Hoffman, il suo ex ministro dell’Energia Edison Lobao, e Antonio Palocci, ex ministro delle Finanze sotto il presidente Luiz Inàcio Lula Da Silva. La maggior parte dei fatti a cui fa riferimento l’inchiesta sono avvenuti mentre l’attuale presidente del Brasile, Dilma Rousseff, sedeva nel consiglio di amministrazione di Petrobras, alla fine degli anni Novanta. Secondo i magistrati, Rousseff era completamente estranea al giro di corruzione. Gran parte dei politici coinvolti, però, appartengono alla sua stessa formazione politica, il Partito dei Lavoratori.

Petrobras, che ha un fatturato di più di cento miliardi di euro l’anno, cioè come il Pil di una piccola nazione, è considerata una delle colonne portanti dell’economia brasiliana, oltre che un’importante fonte di entrate per il governo. Lo scandalo ha messo la società in una brutta situazione. Da settembre, ha raccontato il Wall Street Journal, le azioni di Petrobras hanno perso il 64 per cento del loro valore. A causa delle difficoltà nel misurare la quantità di tangenti pagate, i revisori contabili si sono rifiutati di firmare il bilancio 2014 della società che ora è del tutto tagliata fuori dal mercato del credito internazionale. La situazione aziendale ha messo a rischio di fallimento moltissime società che lavorano nell’indotto di Petrobras.

don Marco Mondelci: