Tra crisi interna e internazionale la Lituania sta votando per rinnovare il suo Parlamento. Molti elettori (il 20%) si sono dichiarati indecisi anche se dai primi sondaggi sarebbero avanti i socialdemocratici del premier Algirdas Butkevicius con il 16% delle preferenze; il margine però è tutt’altro che ampio, e quindi ribaltabile, o con il voto o con l’ingegneria delle alleanze post-elettorali.
Seguono la nuova coalizione di centro-sinistra ‘Unione Lituana Contadino e Verde’ (Lpgu) con il 12%, e il partito conservatore ‘Unione Patria-Cristianodemocratici’ di Gabrielius Landsbergis con il 9%.
Gli elettori della repubblica baltica dovrebbero invece “bocciare” l’Unione Liberale, la quale – dopo che il suo ex leader Eligijus Masiulis è stato costretto a dimettersi da parlamentare e da membro del partito perché accusato di corruzione – rischia seriamente di non superare la soglia di sbarramento del 5%.
Un paese, la Lituania, in una profonda crisi interna con i salari bloccati a circa 600 euro e una diaspora che negli ultimi anni ha visto scendere la popolazione del paese da 3,3 a 2,9 milioni di abitanti.
Ma segnato anche da una crisi internazionale visto che negli ultimi giorni Mosca ha annunciato di aver schierato dei missili potenzialmente armabili con testate nucleari nella sua enclave baltica di Kaliningrad, al confine con Lituania e Polonia.