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L’Isis distrugge pure Darwin: la riforma della scuola lo cancella

L’Isis ora è tra i banchi di scuola e impone nuove regole per promuovere la cultura del Califfato. Dal programma di studi sono state eliminate tutte quelle materie che potrebbero condurre a una visione critica che influenzi la libertà di pensiero come educazione artistica e musicale, storia, sociologia, psicologia e filosofia e religione. Si tratta delle riforme previste per riorganizzare le funzioni pubbliche come l’istruzione, l’esercito, la polizia o la sanità e che coinvolgeranno il sistema sociale dei territori dove lo Stato Islamico è particolarmente consolidato, come Iraq e Siria.

Dal portale di Tuttoscuola sono state raccolte le analisi dell’esperto di gruppi jihadisti Aymenn Jawad al-Tamimi, secondo cui una prima anticipazione della nuova regolamentazione in base i principi pedagogici del fondamentalismo islamico, nella versione rigorosamente teocratica del califfo Al Baghdadi, è visibile nella provincia di Raqqa dove già dal 2014 gli istituti d’istruzione hanno applicato la nuova riforma.

A colpire è il fatto che le materie umanistiche sono state completamente eliminate a differenza di quelle scientifiche che hanno subito un totale potenziamento. I riferimenti però a Darwin e a qualunque teoria dell’evoluzione che non attribuisca tutto il creato all’opera di Dio sono state cancellate. Viene precisato che gli insegnanti di scienze dovranno trasmettere agli alunni l’idea che “tutte le leggi della fisica e della chimica dipendono dalle leggi stabilite da Dio all’atto della creazione”.

Proprio come accade per il nazismo e per altre dittature, le scuole sono i luoghi privilegiati per crescere una generazione indottrinata alla perfezione. “Dobbiamo augurarci – ha concluso Aymenn Jawad al-Tamimi – che anche nel vasto mondo di religione musulmana, che pure ha registrato nella sua storia stagioni di grande e libero sviluppo culturale e scientifico, il fondamentalismo islamista venga battuto e sia sostituito da modelli di organizzazione politica e sociale rispettosi delle diversità e soprattutto della libertà nel campo delle arti, della ricerca scientifica e dell’insegnamento”

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