I miliziani dell’Isis sono quasi alle porte della Turchia: Kobane è sul punto di cadere nelle mani del sedicente Stato Islamico. E mentre il presidente Recep Tayyip Erdogan ha chiesto un intervento via terra, sono migliaia i civili in fuga: i guerriglieri hanno conquistato la gran parte dei quartieri della città al confine con la Turchia.
I curdi dell’Ypg, l’ala militare del Partito dell’Unità democratica (Pyd), resistono ancora, ma dopo aver fatto sgomberare anche gli ultimi civili rimasti, la sorte della città sembra segnata: Dopo giorni di violentissimi scontri, l’Isis ha issato la sua bandiera nera sulle colline orientali di Kobane. A ridosso della frontiera, poco più a nord, le forze turche attendono, mentre i miliziani del Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk) sono pronti a intervenire nel caso in cui il governo dovesse dare loro il via libera.
La Turchia, ha spiegato Erdogan, è pronta a mandare i suoi militari oltre frontiera solo a patto che venga istituita una fly-zone in Siria e che gli Usa si impegnino per la futura rimozione del presidente Bashar al Assad: “Il terrorismo non sarà fermato dai raid aerei – ha detto il premier – occorre un intervento di terra”. Secondo gli esperti il pieno controllo di Kobane consentirebbe allo Stato Islamico di mettere le mani su una fetta consistente della frontiera che separa la Siria dalla Turchia, almeno 100 chilometri di territorio fino alla loro roccaforte, Raqqa.