L'Isis non è morto, anzi. E' vivo e vegeto, tanto da aver nominato il suo nuovo leader. Lo riferisce il Guardian, citando due fonti di due diversi servizi di intelligence. Il nuovo capo dell'Isis, il 'Califfo' Abu Ibrahim, è stato identificato dall'intelligence occidentale in Amir Mohammed Abdul Rahman al-Mawli al-Salbi, noto con il nome di guerra di Hajji Abdullah. Sulla sua testa pende una taglia da 5 milioni di dollari spiccata di recente dal Dipartimento di Stato Usa. Sempre secondo il Guardian, Salbi è stato nominato capo dell'Isis subito dopo la morte di Al Baghdadi in ottobre. Salbi ha guidato la persecuzione sulla minoranza yazidi in Iraq e supervisionato le operazioni dell'Isis in tutto il mondo. Se confermato, sarebbe il primo leader dell’Isis non arabo: al Salbi è iracheno di etnia turcomanna, è nato nella città di Tal Afar da una famiglia di origini turche.
Gli yazidi
Lo Yazidismo è una fede religiosa diffusa nelle regioni del Sinjar iracheno da prima della comparsa in quelle regioni dell'Islam. I suoi fedeli sono chiamati in turco “spegnitori di lampade”. Ciò potrebbe dipendere dalla calunnia espressa da certa faziosa manualistica islamica riguardante le fedi non islamiche o considerate eretiche, secondo cui gli yazidi farebbero ricorso sfrenato al libertinaggio e alla promiscuità – praticati in questo caso nell'oscurità – anche se è probabile che l'espressione “spegnitori di lampade” sia ricollegabile, in realtà, alla convinzione degli yazidi – espressa nel loro libro sacro – secondo cui il mondo sarebbe stato creato da Dio dopo aver creato sei angeli “dalla sua essenza e dalla sua luce… come quando un uomo accende una lampada da un'altra”. Nel corso del XIV secolo, importanti tribù di cultura curda, la cui sfera di influenza si estendeva anche in Turchia, furono citate per la prima volta nelle fonti storiche come “yazidi”. La loro resistenza ai dominatori arabi piombati su Mosul passò alla storia. Dopo la caduta di Saddām Husayn nel 2003, i curdi richiesero che gli yazidi fossero riconosciuti come facenti parte del popolo curdo a tutti gli effetti. Nel 2014 la piana di Ninive è stata assaltata dai guerriglieri fondamentalisti sunniti dell'autoproclamato califfo Abu Bakr al-Baghdadi. A seguito della persecuzione avviata dallo “Stato Islamico” contro gli Yazidi, l'Onu stima che 5000 Yazidi siano stati uccisi e 5000-7000 catturati e venduti come schiavi, mentre altri 50.000 sono stati costretti ad abbandonare la regione per evitare analoga sorte.