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L’Iran svela il super missile Khorramshahr, ha una gittata di 2mila chilometri

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Dopo il “padre di tutte le bombe“, l’Iran svela un’altra arma micidiale. Si tratta di un nuovo missile balistico, il Khorramshahr, che Teheran ha mostrato al mondo durante una parata militare in occasione della “Settimana della Difesa Sacra” che commemora la guerra con l’Iraq degli anni Ottanta.

Il super missile, che presto sarà in dotazione alle forze armate iraniane, ha una gittata di duemila chilometri e può trasportare più testate. Dal canto suo il presidente Hassan Rohani, nel corso di una cerimonia a Teheran in occasione dell’anniversario della guerra con l’Iraq (1980-1988), aveva annunciato che l’Iran aumenterà le sue “capacità militari” e in particolare continuerà a sviluppare il suo programma di missili balistici.

“Che vi piaccia o no, rafforzeremo le nostre capacità militari che sono necessarie per la deterrenza“, ha dichiarato Rohani, il cui intervento è stato trasmesso dalla tv di Stato. “Rafforzeremo non solo i nostri missili, ma anche le forze aeree, di terra e di mare. Quando si tratta di difendere il nostro Paese non chiederemo il permesso a nessuno“, ha aggiunto il presidente iraniano.

Le parole di Rohani suonano come una replica a distanza alle accuse mosse dal presidente Usa, Donald Trump, contro Teheran e l’accordo sul programma nucleare, da lui definito “imbarazzante“. Rispondendo due giorni fa ai giornalisti che gli chiedevano se avesse preso una decisione sull’ipotesi di un’uscita degli Stati Uniti dall’accordo sul nucleare, Trump aveva risposto: “Ho deciso“, senza aggiungere dettagli.

In precedenza, dal palco delle Nazioni Unite, Trump aveva attaccato il sistema di governo della Repubblica islamica definendolo “una dittatura corrotta dietro la falsa apparenza di una democrazia”, aggiungendo: “Non possiamo lasciare che un regime assassino continui queste attività destabilizzanti costruendo missili pericolosi e non possiamo rispettare un accordo se questo dà copertura all’eventuale costruzione di un programma nucleare“.

Luana Pollini: