E' arrivata la conferma. Il Boeing ucraino precipitato lo scorso 8 gennaio con 176 persone a bordo è stato abbattuto da due missili. E' quanto emerge da un'inchiesta avviata dall'Iran. Secondo il rapporto dell'Aviazione civile del Paese “due missili M1-TOR sono stati lanciati da nord in direzione del velivolo”.
L'analisi delle scatole nere
Al momento, l'Iran ha chiesto aiuto a Francia e Stati Uniti per decrittare il contenuto delle scatole nere del Boeing ucraino abbattuto lo scorso 8 gennaio, ma i due Paesei non hanno “ancora risposto positivamente” alla richiesta di fornire la tecnologia necessaria. Teheran spiega che, almeno per il momento, intende mantenere le scatole nere che contengono i dati di volo e le comunicazioni in cabina di pilotaggio, a a chiesto aiuto a Parigi e Washington per analizzarle. Nei giorni scorsi, l'Ucraina ne aveva chiesto la consegna anche “per preservare le prove”.
L'aereo abbattuto
Lo sscorso 8 gennaio, un Boeing 737 della Ukraine airlines, diretto a a Kiev, è precipitato poco dopo il decollo dall'aeroporto della capitale iraniana. A bordo c'erano 180 persone, tra equipaggio e passeggeri. In un primo momento, è stato dichiarato che il velivolo era precipitato a causa di un guasto al motore. Successivamente, il premier canadese Justin Trudeau, ha affermato che secondo numerose fonti di intelligence, esisteva la possibilità che l'aereo fosse stato abbattuto con un missile. Solo dopo i dubbi sollevati dal premier canadese, l'Iran ha ammesso che non si è trattato di un incidente, ma di “uno sbaglio imperdonabile“, come comunicato dal presidente iraniano Hassan Rohani via Twitter. Sarebbe stata la guida suprema iraniana, Ali Khamenei, a ordinare che venisse resa nota la verità: è emerso che l'errore sarebbe partito da un soldato, il quale avrebbe agito in maniera indipendente, cioè senza aver ricevuto alcun ordine a procedere.