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L’Interpol e la lista dei kamikaze Isis: in 173 pronti a colpire in Europa

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Una vera e propria lista identificativa quella nelle mani dell’Interpol, con tanto di nomi, cognomi e Paesi di provenienza: un elenco che, come rivelato dal quotidiano “The Guardian”, riguarda 173 potenziali terroristi kamikaze del sedicente Stato islamico i quali, stando a quanto specificato dall’Organizzazione, sarebbero pronti a colpire l’Europa. Per questo, ha sottolineato la testata britannica, l’Interpol avrebbe condiviso tale lista con le forze di sicurezza dei Paesi del Vecchio Continente, dove i terroristi avrebbero intenzioni di infiltrarsi per mettere in atto i loro propositi omicidi anche agendo in solitaria. Tra i 173 nomi, ci sarebbero anche alcuni dei cosiddetti “foreign fighters” dei quali, però, non si ha finora notizia di una eventuale presenza in Europa.

Potenziali kamikaze

La lista sarebbe stata resa nota il 27 maggio scorso dal segretario internazionale dell’Interpol: i possibili terroristi inseriti, dei quali viene riportata anche la data di reclutamento, sono stati descritti come “addestrati per costruire e posizionare ordigni esplosivi improvvisati (Ied) per causare il maggior numero possibile di vittime e feriti. Si ritiene che possano viaggiare e spostarsi tra stati per partecipare ad attività terroristiche”. Anche in virtù di tale definizione, è stato ritenuto che alcuni di loro possano essere cittadini europei che, dopo la loro affiliazione all’Isis e un periodo di addestramento nei territori occupati da Daesh, siano in procinto di ritornare nei confini del Vecchio Continente.

Possibili “foreign fighters”

La cosiddetta “brigata suicida”, sarebbe composta esclusivamente da kamikaze pronti all’immolazione, i quali sarebbero stati formati per mettere in pratica il proposito di vendicare le sconfitte subite dal sedicente Stato islamico in Medio Oriente, in particolare a Mosul, oltre che in virtù del duro assedio al quale è sottoposta Raqqa, roccaforte Daesh. Proprio la riconquista progressiva dei territori recentemente strappati al controllo dell’Isis, avrebbe contribuito in maniera fondamentale alla ricostruzione del percorso di addestramento svolto dai 173 possibili attentatori (e alla loro identificazione), ottenuta grazie agli elementi via via raccolti nelle ex roccaforti occupate dai miliziani. Il principale timore, dunque, è che l’arretramento del Califfato in Medio Oriente corrisponda a un esodo dei kamikaze verso i territori europei. Al momento però, come sottolineato dal “Guardian”, non sussiste nessuna prova dell’effettivo superamento dei confini da parte dei soggetti in questione. Le intelligence dei Paesi al di qua degli Urali, a ogni modo, restano in elevato stato di allerta.

Daniele Vice: