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L’inizio dell’hajj non abbassa le tensioni tra Arabia e Iran

L’hajj è uno dei cinque precetti per i musulmani: si tratta del pellegrinaggio nella città santa della Mecca che ogni maschio adulto deve compiere almeno una volta nella vite se ne ha le condizioni fisiche ed economiche. Nel calendario islamico, l’hajj comincia l’ottavo giorno del mese lunare Dhu al-Hijjah – l’ultimo dell’anno islamico – e termina il tredicesimo giorno di Dhu al-Hijjah. Quest’anno, dal 30 agosto al 4 settembre. Il terzo giorno di hajj i musulmani celebrano “Eid al-Adha”, la festa del sacrificio, la più sacra dell’Islam che ricorda il sacrificio del montone da parte di Abramo che era disposto a offrire a Dio la vita di suo figlio Isacco. I fedeli girano in senso antiorario intorno alla Ka’ba, al centro della Grande Moschea, e se la calca lo permette, effettuano una breve sosta per baciare la Pietra Nera, incastonata nell’angolo sudorientale della Ka’ba, a circa un metro e mezzo di altezza, come fece il profeta Maometto. Quest’anno sono attesi circa due milioni di pellegrini.

Tensioni con l’Iran

Ma il pellegrinaggio rappresenta anche un’occasione di scontro diplomatico tra i paesi arabi. Già da ieri sono decine di migliaia gli iraniani, a maggioranza sciiti, giunti a La Mecca mentre i rapporti tra Teheran e Riad restano freddi. Nel 2016 gli iraniani non erano stati autorizzati a recarsi in Arabia Saudita dopo la rottura delle relazioni diplomatiche seguita all’esecuzione di un leader religioso sciita nel regno saudita, di fede sunnita, e il successivo assalto all’ambasciata di Riad in Iran.

Gli incidenti del 2015

Ma le tensioni riguardavano anche lo stesso pellegrinaggio dopo i tragici incidenti del 2015 tra la folla dell’hajj, costati la vita a 2.300 fedeli, dei quali 464 iraniani. Dopo lunghe trattative a marzo è stata stabilita la riapertura degli ingressi per i pellegrini iraniani: sono stati ristabiliti i voli tra i due paesi e la possibilità di visti via internet. Ci saranno poi consolati iraniani temporanei e i pellegrini di Teheran indosseranno speciali braccialetti di riconoscimento con chip elettronico. L’Iran ha anche accettato di limitare la parte di preghiere condite da attacchi a Israele e agli Usa negli alberghi di residenza dei suoi pellegrini. Nel 2016 sono stati 1,8 millioni i fedeli musulmani da tutto il mondo che hanno preso parte all’hajj.

I contrasti con il Qatar

Difficoltà anche per i fedeli del Qatar, dopo la grave crisi diplomatica con gli altri paesi dell’area del Golfo capeggiati proprio dall’Arabia Saudita. Doha accusa Riad di aver politicizzato la partecipazione all’hajj bloccando di fatto la partecipazione: nell’ultima settimana soltanto una sessantina di fedeli avrebbero raggiunto i luoghi sacri dell’Islam. Un numero in caduta libera rispetto alla cifra di 12.000 del 2016. Lo scorso 5 giugno Riad, gli Emirati Arabi, Bahrein ed Egitto hanno rotto le relazioni diplomatiche con il Qatar accusato di avere legami con i gruppi dell’estremismo islamico e di essersi riavvicinato all’Iran.

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