La crisi in Siria continua a dividere la comunitĆ internazionale. Mentre Gran Bretagna e Francia sparano sulla Russia accusandola di crimini di guerra, e Mosca difende la “moderazione invidiabile” di Damasco constatando comunque l’impossibilitĆ della pace, ad Aleppo si continua a morire sotto le bombe. I ribelli anti-Assad, che hanno riconquistato in meno di 24 ore il campo palestinese di Handarat nel nord della cittĆ , denunciano che i bombardamenti delle ultime oreĀ hanno fatto almeno 23 vittime. Dal Palazzo di vetro esce il solito remake del solito film. Denunce ed esortazioni, senza l’ombra di un’indicazione concreta.
L’inviato dell’Onu Staffan de Mistura, deluso per il mancato accordo sulla ripresa del cessate il fuoco deciso il 9 settembre da Usa e Russia, constata che “questi sono giorni agghiaccianti, tra i peggiori da quando ĆØ iniziato il conflitto in Siria. Il deterioramento della situazione ad Aleppo sta raggiungendo nuove vette di orrore”. Il diplomatico ricorda che ad Aleppo “270 mila persone sono di fatto sotto assedio da 20 giorni” e avverte che sono rimaste solo “piccole finestre di opportunitĆ ” per evitare che il conflitto peggiori ancora. Il segretario generale Ban Ki-moon ĆØ ancora piĆ¹ vago. Esorta “tutti i soggetti coinvolti a lavorare di piĆ¹ per porre fine all’incubo” e si chiede “che scuse ci sono per non intraprendere un’azione decisa che fermi il caos”. La partita si gioca altrove e, a partire da oggi, anche sul tavolo dei “crimini di guerra” di cui ĆØ accusata la Russia.
E’ stato il titolare del Foreign Office, Boris Johnson, ad aprire il nuovo fronte in un’intervista alla Bbc. La Russia “ĆØ colpevole di prolungare questa guerra e di renderla di gran lunga piĆ¹ orribile” esordisce Johnson e, riferendosi al bombardamento del convoglio umanitario lunedƬ scorso ha lanciato l’affondo: “se ĆØĀ stato fatto sapendo che si trattava di obiettivi civili assolutamente innocenti, quello ĆØĀ un crimine di guerra”. L’ambasciatore britannico Matthew Rycroft, durante la riunione del Consiglio di Sicurezza, ĆØ ancora piĆ¹ diretto. “La Russia ĆØĀ in partnership con il governo di Damasco nel commettere crimini di guerra”.
Dalla stessa parte ĆØ schierato il ministro degli Esteri francese Jean-Marc Ayrault che tira dentro anche l’Iran, chiedendo a Mosca e Teheran “di mostrare senso di responsabilitĆ , ponendo uno stop” all’escalation militare scelta da Assad. “In caso contrario – scandisce – Russia e Iran saranno complici dei crimini di guerra commessi ad Aleppo”. Gli Stati Uniti non si riferiscono esplicitamente di crimini di guerra, ma l’ambasciatore all’Onu Samantha Power parla di “barbarie” della Russia che, insieme a Damasco, ha lanciato “150 attacchi nelle ultime 72 ore”. La Russia non si spaventa. E l’ambasciatore alle Nazioni Unite Vitaly Churkin sentenzia: “Portare la pace in Siria e’ un compito quasi impossibile ora”.