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LIBIA, VERTICE A NEW YORK: “ENTRO IL 2017 UNA BOZZA DI COSTITUZIONE”

Entro il 2017 l’Assemblea Costituente della Libia dovrà presentare un progetto di Costituzione. Lo ha stabilito la comunità internazionale nell’incontro ministeriale di New York co-presieduto dal ministro italiano degli Esteri, Paolo Gentiloni, e dal segretario di Stato Usa, John Kerry. Il nuovo Stato, secondo l’accordo per la creazione di un governo di unità nazionale siglato in Marocco nel 2015, sarà formato dai seguenti organi.

GOVERNO DI CONCORDIA O UNITA’ NAZIONALE: Ha sede a Tripoli ed ha il compito di affrontare, con la comunità internazionale, le cruciali sfide umanitarie, economiche e di sicurezza, compresa la lotta contro l’Isis e altri gruppi estremisti e organizzazioni criminali impegnati in ogni tipo di traffico illecito, compreso quello di esseri umani. Esercita il potere esecutivo ed è formato da un Consiglio dei ministri, due vice, e vari ministri.

CAMERA DEI RAPPRESENTANTI: L’intesa Onu ha previsto un Parlamento o Camera dei rappresentanti (Hor) che ha il compito legislativo. Il Parlamento ha sede a Tobruk.

CONSIGLIO DI STATO: organo consultivo con sede nella capitale Tripoli che può esprimere pareri vincolanti per il governo di unità nazionale, prima che vengano trasmessi al Parlamento, il quale potrà decidere se accettarli o meno. E’ questo l’organo che ieri ha dichiarato “di essere obbligato” dalla situazione a esercitare tutte le prerogative del parlamento di Tobruk, e quindi il potere legislativo. Una decisione che il parlamento di Tobruk ha definito “un golpe”.

CONSIGLIO PRESIDENZIALE: Il consiglio presidenziale ha il compito di nominare i vertici del nuovo governo, quelli della banca centrale e dell’ente petrolifero nazionale. E’ formato da 9 membri, tra cui il presidente e tre vice. Attualmente a capo del Consiglio è Fayez al Sarraj, che assume anche le responsabilità di capo del governo fino alla formazione di un nuovo esecutivo di unità, che poi dovrà essere approvato dal Parlamento. A Tobruk c’è il “governo libico provvisorio”, non riconosciuto dalla comunità internazionale, il cui premier è Abdullah al Thani.

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