Il Consiglio presidenziale libico del premier Fayez Al Sarraj “ha sospeso il ministro della Difesa” del governo di accordo nazionale, Ibrahim Al-Burghuthi, dopo che giovedì scorso una milizia dipendente dal suo dicastero aveva compiuto una strage (uccidendo 141 persone) nella base aerea di Brak Al-Shati, controllata dalle forze del generale Khalifa Haftar, Capo di Stato Maggiore dal governo cirenaico di Tobruk.
Lo ha annunciato un comunicato del consiglio presidenziale. La carica di Serraj è l’unica riconosciuta dalla comunità internazionale e dall’Onu, mentre Haftar ha l’appoggio dell’Egitto di al-Sisi.
Esecuzioni sommarie
Secondo i media, le due milizie responsabili dell’attacco sarebbero la “Terza forza” di Misurata e la “Benghazi Defence Force” di Bengasi. Molti dei 141 morti, inoltre, sarebbero stati uccisi tramite esecuzioni sommarie dopo che la base era già stata conquistata. Da parte sua, la Terza Forza di Misurata ha confermato di aver lanciato l’attacco, ma ha negato di aver messo in atto esecuzioni sommarie.
La condanna di Tripoli
A Tripoli il Consiglio Presidenziale di Serraj ha condannato nei “termini più forti” l’attacco delle due milizie negando di averlo ordinato attraverso il ministero della Difesa che, a suo dire, ha vanificato gli sforzi per giungere ad una “riconciliazione nazionale”. A riprova della estraneità del governo nella strage, Serraj ha ordinato la rimozione del ministro della difesa Al-Burghuthi e ordinato la formazione di una commissione d’inchiesta.
La sospensione di Al-Burghuthi resterà in vigore “fino all’individuazione del responsabile della violazione della tregua” e “il sottosegretario del ministero della Difesa sarà incaricato di gestire l’amministrazione fino a nuovo ordine”, si legge nel documento del consiglio presidenziale.
La vendetta di Haftar
Intanto, il comando generale di Haftar ha assicurato che le sue forze “vendicheranno i martiri” della “Brigata 12” che presidiava la base e ha minacciato una risposta “crudele e forte”.