“Vi promettiamo la vittoria, pregherete a Roma”. L’ennesimo video pubblicato online dall’Isis si traduce in una nuova minaccia nei confronti della Capitale della cristianità. A realizzarlo è stato un kamikaze prima di entrare in azione e compiere un attacco nella zona di Gawarsha, a ovest della città libica di Bengasi.
Nella clip diffusa sui social network con il titolo “Mio Signore, mi sono affrettato verso di Te per darti soddisfazione”, e di cui il sito di notizie libico “Al-Wasat” ha rilanciato alcuni passaggi, il terrorista, chiamato Abdelrahman al-Libi, ha esortato i miliziani islamisti a “resistere e perseverare” di fronte alle operazioni dell’esercito libico a Gawarsha, rivelando che tra le file dell’organizzazione si è verificata “un’infiltrazione”.
“O esercito del Califfato, non fatevi ingannare dalla furia di questi apostati, l’esercito del tiranno Haftar e ricordate che i tempi si alternano e la guerra ha esiti mutevoli”, ha affermato Abdelrahman al-Libi, che si è fatto esplodere il 30 luglio presso alcune postazioni dell’esercito libico a Gawarsha. Oltre ad Abdelrahman al-Libi, nel messaggio, della durata di 14 minuti, compaiono altri due kamikaze, tra cui Abu Anas al-Libi, che si è fatto esplodere presso un check-point vicino all’ospedale psichiatrico di Bengasi il 26 febbraio scorso, e Abu Issam al-Libi, che ha preso di mira una pattuglia dell’esercito libico vicino ad un centro commerciale nei pressi della zona di al-Houari, sempre a Bengasi.
Questi messaggi vanno letti come un tentativo, da parte del Daesh, per mostrarsi in “buona salute” davanti alle centinaia di miliziani sparsi in Nord Africa e in Medio Oriente. Le recenti sconfitte militari, che hanno portato a un progressivo ridimensionamento del territorio prima controllato dall’Isis, rischiano infatti di scoraggiare nuove adesioni alla causa jihadista. La morte in Siria di Mohammed al-Adnani, portavoce del gruppo, ha poi inferto un duro colpo alla comunicazione dell’organizzazione e al coordinamento dei “lupi solitari”, compiti entrambi assolti sotto la supervisione dell’ex braccio destro di al-Baghdadi.