Il governo tunisino ha deciso ora di chiudere gli uffici consolari a Tripoli, in Libia, dopo il rapimento di dieci dipendenti della sede diplomatica, avvenuto una settimana fa, come ha annunciato il ministro degli Esteri di Tunisi. I 10 funzionari del consolato sono stati liberati e sono tornati oggi in Tunisia. Venerdì scorso, miliziani armati hanno assaltato la sede del consolato tunisino per catturare i diplomatici, tre dei quali erano stati rilasciati nei giorni scorsi. L’attacco sembra che sia stato una ritorsione per l’arresto in Tunisia di Walid al Qalib, capo delle milizie “Alba”. Proprio quest’ultimo sarebbe stato rilasciato dalle autorità tunisine e al momento sarebbe in viaggio verso Tripoli. Li ha detto Ghazi Maala, esperto di affari libici, citando i familiari di al Qalib e fonti della Corte di appello Tunisi. Al momento non è però possibile verificare l’attendibilità di queste informazioni.
La notizia della scarcerazione dell’uomo era già stata annunciata questa mattina, ma poi smentita dalle autorità. La liberazione sarebbe avvenuta contestualmente al riscatto dei diplomatici rapiti. Sul rapimento era intervenuto anche il rappresentante speciale del segretario generale Onu per la Libia, Bernardino Leon, chiedendone il rilascio immediato e incondizionato.
In un comunicato stampa diffuso dall’Onu, l’inviato speciale ha invitato sia il Congresso nazionale libico di Tripoli, sia il governo di Tobruk a fare il possibile per liberare i funzionari tunisini, sottolineando la necessità di garantire la protezione alle missioni diplomatiche in Libia. “Questo atto è inaccettabile ed è un’ulteriore prova del caos che vige nel paese”, ha affermato Leon, ribadendo la necessità di porre fine al conflitto fra i due governi rivali e giungere a un accordo politico per riportare sicurezza e stabilità nel paese.