Sono almeno 14 i militari dell’esercito di Tobruk, il governo riconosciuto dalla comunità internazionale, che hanno perso la vita nei combattimenti a Bengasi. A riferirlo è una fonte della sicurezza locale, spiegando che tre di loro sono morti nel quartiere di Abu Hadima, uno nel quartiere di Suq al Hut e altri dieci nel territorio di Buatani.
La città di Bengasi, importante per la sua posizione sul mare, è al centro di intensi combattimenti da quando le forze del generale Haftar hanno iniziato la loro offensiva per liberare il territorio dal dominio dello Stato Islamico. Solo negli ultimi due giorni l’esercito di Tabruk ha perso almeno 20 dei suoi uomini. La settimana scorsa, nella stessa città, gli uomini del Daesh avevano rivendicato su Twitter il doppio attentato nella stessa città a est della Libia. Gli attacchi sarebbero stati condotti da due attentatori suicidi nei quartieri di al Lithi e al Masakin.
Intanto dopo l’incontro di venerdì 27 marzo, il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha unanimemente approvato due risoluzioni, con cui la Comunità internazionale chiede l’immediato e senza condizioni cessate il fuoco ed estende fino al 15 settembre la missione delle Nazioni Unite nel Paese. Inoltre, pur mantenendo l’embargo delle armi, il Consiglio consente, monitorandolo, il rifornimento di materiale bellico al governo riconosciuto di Tobruk, per permettergli di fronteggiare il terrorismo estremista dell’ISIS e di Al Qaeda in Libia.