Ancora una volta saltano le elezioni per il presidente in Libano. E’ la diciassettesima volta che il Parlamento di Beirut incontra difficoltà a eleggere il nuovo capo di Stato che dovrebbe sostituire Michel Suleiman, il cui mandato sarebbe scaduto dal 25 maggio 2014.
I lavori dell’Assemblea sono bloccati dallo scorso aprile poiché non viene mai raggiunto il quorum indispensabile per la Costituzione. In aula, come si legge da un comunicato, hanno risposto all’appello solo 50 deputati, un numero inferiore rispetto alle presenze necessarie per procedere con il voto.
Il presidente del Libano, in base a un patto che risale a più di 70 anni fa, deve essere un cristiano maronita. Hezbollah, che ha boicottato le elezioni numerose volte, vuole arrivare a un accordo con le varie forze politiche su un candidato di “compromesso” per il palazzo presidenziale di Baabda, sulle colline che dominano Beirut. Intanto Nabih Berri ha fissato la data per la prossima riunione il 28 gennaio. Secondo il regolamento previsto dalla Costituzione, per procedere è necessaria la presenza di due terzi dei deputati.