Era un’ex chavista di ferro ma l’insediamento della Costituente voluta da Nicolas Maduro che di fatto ha esautorato il Parlamento del Venezuela, l’aveva definitivamente messa contro il dittatore di Caracas. Così l’ex procuratrice generale del Venezuela, Luisa Ortega Diaz, ricercata dalla forze dell’ordine, ha messi in atto una rocambolesca fuga e si è rifugiata nella vicina Colombia, dove ha chiesto asilo politico. Lo hanno riferito le autorità di Bogotà, confermando le notizie dei media venezuelani. Ortega era stata rimossa dall’incarico il 6 agosto per la sua ferma opposizione all’esautoramento del Parlamento e venerdì aveva inviato un messaggio in videoconferenza ai capi delle procure dell’America latina riuniti in Messico affermando di avere le prove della corruzione di Maduro per un caso in cui è coinvolta la multinazionale brasiliana Oldebrecht.
La fuga
Insieme al marito, un deputato chavista anche lui oppositore di Maduro, e a due collaboratori della procura, la Ortega Diaz è partita in barca dalla penisola di Paraguanà, sulla costa caraibica, e ha raggiunto Aruba, da dove un jet privato l’ha trasferita a Bogotà. I quattro erano ricercati dalle autorità venezuelane, che avevano fatto scattare blitz e perquisizioni nel tentativo di catturarli.
La condanna del Mercosur
Intanto i Paesi del Mercato comune dell’America meridionale (Mercosur), riuniti ad Asuncion in Paraguay, hanno condannato l'”usurpazione” delle funzioni del Parlamento venezuelano da parte dell’Assemblea costituente, che hanno bollato come illegittima perché “convocata al di fuori dell’ordine costituzionale”. Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay hanno sottolineato che “con questa misura si restringe ancora di più lo spazio per la convivenza istituzionale in Venezuela e si aggravano i conflitti, allontanandosi dal necessario ristabilimento della democrazia”.