La Grecia è pronta a presentare al tavolo dell’Europa il piano delle riforme entro la prima mattinata di lunedì. Dopo il disgelo con la Merkel – 5 ore di faccia a faccia terminato a mezzanotte – che ha abbassato i toni della discussione, ponendo le basi per nuove speranze dell’accordo. Se la lista verrà giudicata sufficiente dalle istituzioni europee, consentirà lo sblocco degli aiuti economici attesi da Atene. Le nuove riforme economiche comunque saranno modellate sulla base dei sette punti stilati poche settimane fa dal ministro delle Finanze greco, Varoufakis.
Sicuramente il maggior ostacolo tra il Gruppo di Bruxelles e Grecia saranno le privatizzazioni, come riferiscono le fonti di Atene, perché dovrebbero contribuire per 4 miliardi di euro al bilancio solo quest’anno. Il governo Tsipras non vuole vendere i beni dello Stato, anche se ha accettato di non bloccare le cessioni che erano già state avviate, come quelle cinesi del 66% del Porto del Pireo. Bloccata, invece, la messa sul mercato del 66% della società per la produzione dell’energia elettrica, Dei, e della società di trasmissione e distribuzione dell’energia elettrica.
Un altro punto critico è il sistema pensionistico, in cui Unione europea, Bce e Fmi sono preoccupati per i privilegi eccessivi ancora presenti in caso di prepensionamento. I creditori, voglio anche dei cambiamenti dell’Iva, per eliminare il tasso ridotto oggi vigente per le isole greche. L’ex Troika vorrebbe anche raddoppiare l’Iva per gli alberghi, ma Atene si oppone, perché dice che colpirebbe il turismo, flusso principale delle entrate. Infine, il Brussels Group vorrebbe migliorare la riscossione delle imposte per migliorare gli introiti per il bilancio oggi in affanno per il calo delle entrate fiscali. Atene infatti ha 72 miliardi di euro di tasse arretrate, che hanno provocato diseguaglianze sociali tra i dipendenti da un lato – che hanno pagato – e gli autonomi – che hanno evaso in massa.
Una fonte bancaria greca, sostiene che comunque la situazione è davvero grave, dato che Atene avrebbe fondi per pagare pensioni e stipendi per due settimane al massimo. Se il nuovo esecutivo decide in fretta la lista di riforme, invece potrebbero iniziare ad essere erogati gradualmente i 7,2 miliardi di euro in stan by. Quindi la lista sarebbe fondamentale adesso, perché con le riforme potrebbe arrivare il denaro, in caso contrario sarebbe l’inizio della Grexit, ovvero l’uscita del Paese dall’euro.
Ma dalle istituzioni si inizia a mostrare un cauto ottimismo, a parlare è il presidente della Commissione Ue, che afferma di “aver parlato con Tsipras e si è detto disposto a presentare la lista delle riforme a inizio della settimana prossima”. Juncker ha parlato al Parlamento Ue spiegando che qualche giorno fa era “pessimista, non c’erano progressi”, ma “ora siamo tornati a una dinamica più normale”.