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L'esercito occupa Masaya, il Nunzio: “Basta violenze”

Ancora violenza, ancora sangue, ancora morte in Nicaragua. L'esercito nazionale, insieme alle forze di Polizia, ha preso il controllo del centro di Masaya, una città a circa  30 chilometri da Managua, la Capitale del Paese, che era diventata il simbolo della resistenza al governo del presidente Daniel Ortega. 

L'assalto

Come riportano i media locali, l'operazione militare è durata oltre sette ore, in particolare nell'area della comunità indigena di Monimbó. Il bilancio dell'assalto è di tre morti, decine i feriti, a causa di un ampio uso di armi e di conflitti a fuoco. Le vittime sono state confermate dall'Associazione nicaraguense per i Diritti umani (Anpdh), che ha precisato: “Si tratta di un agente di polizia, di un ragazzo di 15 anni e di una donna che si era affacciata alla porta della sua casa”. La stessa Anpdh ritiene che il numero dei morti potrebbe essere anche più alto, ma, al momento, una verifica dei numeri è impossibile perché non si può entrare nella città, praticamente circondata dalle forze governative.

L'appello del Nunzio Apostolico

“Piangendo tutti i morti e pregando per le loro famiglie, rivolgo con tutte le mie forze umane e spirituali un appello alle coscienze di tutti per raggiungere una tregua e permettere un rapido ritorno al tavolo di un dialogo nazionale, per cercare insieme una soluzione adeguata e risolvere così la crisi”. E' l'appello lanciato dal Nunzio apostolico del Vaticano, monsignor Waldemar Stanislaw Sommertag, a poche ore dall'assalto della città di Masay. Il presule ha rivolto un pressante appello alla coscienza di tutti affinché “si ristabilisca il dialogo nazionale e si risolva la crisi” che da tre mesi sta affrontando il Nicaragua. Secondo il portale “100% Noticias”, il prelato ha parlato anche a nome del Pontefice. Per mons. Sommertag, Papa Francesco è molto preoccupato dalla situazione del Paese. E ha concluso: “Non è accettabile pensare che i morti e le vittime della violenza possano risolvere la crisi politica e garantire un futuro di pace e prosperità al Nicaragua”.

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