Non tutte le forze democratiche dei Paesi occidentali sembrano essere d'accordo sulla condanna dell'utero in affitto. Lo dimostra il fatto che in Spagna c'è chi propone di legalizzare questa pratica. Si tratta di Ciudadanos, partito creato nel 2005 a Barcellona da un gruppo di quindici intellettuali, professori universitari e professionisti di diversi settori, poi estesosi a tutta la Spagna. Il presidente del partito, Alberto Rivera Diaz, ritiene che rendere legale la maternità surrogata sarebbe “un passo avanti come l'aborto e il matrimonio gay”.
“Una proposta altruistica”
“Prima della fine del 2018, discuteremo e vedremo se questo regolamento sarà approvato o no”, ha aggiunto Rivera, che ha annunciato che il suo partito presenterà una proposta di legge per la regolazione della maternità surrogata. Secondo lui, l'eventuale approvazione renderebbe la Spagna “un Paese moderno”, un passo in avanti verso il progresso come avvenuto dopo “la legge sull'aborto o la legalizzazione del matrimonio tra coppie dello stesso sesso”. In questo modo, stando al ragionamento di Ciudadanos, si eviterebbe che gli interessati vadano all'estero per “affittare” uteri, dunque ritiene la sua “una proposta altruistica” ed ha chiesto alle forze politiche di conoscere questa realtà “perché cambierebbe la loro percezione”.
Femen contro Ciudadanos
La proposta ha suscitato polemiche. Sabato scorso, 8 settembre, un gruppo di Femen, durante la riunione del partito svoltasi a Malaga, ha protestato con la nota modalità di mostrare il seno nudo. Come riferisce Notizie ProVita, sulla pancia delle due attiviste la scritta: “La mia pancia non si affitta!”. Su Twitter, poi, il gruppo ha esplicitato ancora meglio la propria posizione: “Femen contro Albert Rivera e la sua politica a favore dell’utero in affitto. Lo sfruttamento non è un’opzione“. Notizie ProVita commenta che “il motto 'l’utero è mio e lo gestisco io' non tramonta mai, ma almeno in questo caso viene utilizzato in favore di donne e bambini, e non contro di loro, come accade invece nel momento in cui si parla di aborto“.
Una battaglia anche femminista
Non è la prima volta che gruppi femministi prendano posizione contro l'utero in affitto. Collettivo per il rispetto della persona, rete internazionale di associazioni femministe, ha diffuso in un comunicato stampa i contenuti di un intervento indirizzato alla Conferenza Permanente dell'Aja sul Diriitto Internazionale Privato chiedendo di:1) non offrire alcun sostegno a livello internazionale alle pratiche di maternità surrogata; 2) riconoscere la necessità di una Convenzione internazionale per l'abolizione delle pratiche di maternità surrogata, in analogia con quanto già realizzato contro la schiavitù, con iniziative anche presso le Nazioni Unite. In Italia è nota in questo senso la battaglia di “Se non ora quando – Libere”, che insieme ad altre organizzazioni, durante la campagna elettorale per le scorse politiche ha rivolto un appello ai candidati per prendere posizione contro chi aggira la legge 40 andando ad affittare un utero all'estero e tornare in Italia con il bambino.