Una nuova fase quella in cui è entrato l’Iraq nella sua battaglia con l’Isis, nel tentativo di strappare ai jihadisti il controllo della città Tikrit. L’esercito e le milizie sciite sostenute dall’Iran hanno conquistato l’accesso dei quartieri periferici della città natale di Saddam Hussein, 130 chilometri a Nord della capitale. L”avanzata però prosegue con estrema cautela a causa del 6000 mine anti uomo piazzate dagli uomini del Califfato, e secondo il ministro della Difesa iracheno, Khaled al Obeidi, i lealisti riusciranno ad impadronirsi del territorio entro 3 o 4 giorni.
Tikrit, abitata da una popolazione sunnita che nutre risentimento nei confronti del governo guidato dal primo ministro sciita Haidar al Abadi, è dunque sotto i riflettori di tutto il mondo, simbolo di un conflitto più profondo. Fu proprio il malcontento degli abitanti a favorire nella scorsa estate l’avanzata dei jihadisti, che avevano colto l’occasione per prendere possesso dei territori trovando sostegno nei cittadini. Ora si è diffusa la paura che le milizie sciite possano vendicarsi con i sunniti, aumentando le secolari divisioni tra le diverse confessioni.
Intanto gli Usa chiedono un cessate il fuoco di tre giorni al governo, per permettere ai civili di fuggire. E’ quanto riferito da una fonte del Supremo consiglio islamico iracheno (Isci), la più importante forza politica sciita del paese. Negli ultimi giorno lo scontro tra esercito iracheno e combattenti dell’Isis ha causato la morte di numerosi uomini del Califfato. Tikrit è stata dichiarata “liberata” dall’Is dopo 10 giorni di offensiva militare. “Siamo ora impegnati in una battaglia molto delicata, perché non dobbiamo fronteggiare combattenti sul terreno, ma un terreno pieno di trappole esplosive e il fuoco dei cecchini”, ha detto ieri un generale iracheno sotto anonimato.