Il focus delle Borse mondiali si sposta da Oriente al cuore del Vecchio continente, dove oggi si è riunito il board della Banca centrale europea, che ha lasciato i tassi ai minimi storici. Complice quindi la chiusura di Shanghai e Shenzen per le celebrazioni della vittoria nella Seconda guerra mondiale, i listini accelerano al rialzo con le parole di Mario Draghi, al termine del Consiglio direttivo che ha ampliato in Quantitative easing della Bce.
Da un lato ci sono gli Stati Uniti, che a metà mese potrebbero decidere il primo rialzo dei tassi dal 2007, dall’altro ci sono le pressioni del Fmi, che ne documento preparato in vista del g20 ad Ankara ha fatto il punto della situazione economica globale. Proprio per questo hanno suggerito alla Bce di allargare in Quantitative easing se l’inflazione continuasse a rimanere così bassa.
Nonostante la montagna di denaro immessa sul mercato, infatti, la dinamica dei prezzi è rimasta ferma allo 0,2%, lontano dall’obiettivo del “vicino, ma sotto al 2%”. Deboli anche gli effetti sulla riduzione della disoccupazione che preoccupa Francoforte: in Italia, nonostante il calo, resta al 12%, in Francia è al 10%. Il documento del Fmi sarà quindi una delle carte che Draghi utilizzerà contro i falchi dell’Eurozona che già chiedono una riduzione della manovra: per il momento la Bce acquista sul mercato titoli per 60 miliardi di euro al mese.
Le Borse nel frattempo si muovono in rialzo fiduciose nell’arrivo di segnali positivi: Milano amplia il rialzo dell’apertura al +1,9%, Londra aggiunge l’1,6%, Francoforte il 2,2% e Parigi l’1,8%. Lo spread è stabile in area 120 punti base con i Btp che sul mercato secondario rendono l’1,92%. L’euro si stabilizza: la moneta unica passa di mano in area 1,1235 dollari (1,1241 ieri sera dopo la chiusura di Wall Street). In mattinata la Borsa di Tokyo ha chiuso in rialzo dopo tre giornate all’insegna dei realizzi: ben sostenuta già in avvio, grazie al recupero americano e in assenza di riferimenti dai mercati cinesi chiusi.