Dall'Arabia Saudita è arrivata la condanna per il finanziamento di 14 milioni di dollari approvato dalle Nazioni Unite a favore del ministero dell'Istruzione dello Yemen, attualmente gestito dalle milizie Houti. Riad ha chiesto all'Onu di riconsiderare questa decisione, sottolineando che il supporto del Palazzo di Vetro alle milizie sciite è ingiustificabile e inaccettabile.
L'Arabia ritiene inoltre che gli Houti abbiano collocato almeno 50mila mine al confine tra l'Arabia Saudita e lo Yemen. Altre decine di migliaia di ordigni sarebbero state poi posizionate in città e villaggi popolati in Yemen e nella regione del Mar Rosso vicino alla costa di Midi e all'isola di Tawak. Secondo la delegazione saudita, oltre a rappresentare una minaccia per la sicurezza dell'Arabia Saudita, queste mine sono una violazione delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza e minacciano il passaggio marittimo internazionale.
La sanguinosa guerra in Yemen è cominciata nel marzo 2015, quando una coalizione militare a guida saudita ha attaccato le milizie Houthi che avevano occupato la capitale Sanaa e costretto alla fuga il presidente Abd Rabbuh Mansur Hadi, che ha poi preso sede ad Aden. Secondo Riad, i ribelli Houthi – di fede zaydita – sono appoggiati dall'Iran. Dall'inizio delle operazioni della Coalizione, l'Onu stima che siano state uccise 8.530 persone, il 60% dei quali civili. Sempre secondo le Nazioni Unite, i raid aerei e gli scontri sul terreno hanno causato il ferimento fino a oggi 48.800 persone circa. Solo nel 2016 gli alleati di Riad avrebbero ucciso 683 minori yemeniti, molti dei quali bambini.
Nei giorni scorsi il capo dell'Ufficio Onu per gli affari umanitari, Mark Lowcock, aveva chiesto più fondi per aiutare la popolazione in difficoltà. “È stato sconvolgente vedere il terribile impatto di questo conflitto causato dall'uomo”, ha spiegato al termine della sua visita in Yemen. “Ad Aden e Sanaa, così come nei governatorati di Lahj, Hudadydah, Hajjah, e Amran, ho incontrato centinaia di yemeniti e ho ascoltato le loro storie di atroci sofferenze”, ha precisato, sottolineando che servono finanziamenti più generosi e tempestivi da parte dei donatori. Le parti inoltre devono contribuire a facilitare e non devono ostacolare le operazioni umanitarie.