Le associazioni umanitarie lanciano un nuovo appello per sensibilizzare i rappresentanti della comunità internazionale sulle condizioni dei civili a Mosul e Aleppo, dove si stanno verificando i “peggiori assedi dal dopoguerra, con migliaia di bambini intrappolati”.
Andrea Iacomini, Portavoce di Unicef Italia, ha spiegato che in Siria e in Iraq non si arrestano la stragi di civili. Nella città irachena con la lenta avanzata delle truppe militari nelle aree urbane più densamente popolate, aumenta il rischio per le vittime più vulnerabili, soprattutto minori. Solo negli ultimi giorni un camion bomba è stato fatto esplodere fuori da un’abitazione, uccidendo 2 bambini e ferendone 6; tra ottobre e novembre i bambini uccisi o feriti sono 52 in totale. Gli sfollati ammontano ormai a 54 mila, di cui 25 mila minori.
“Quello che sta succedendo in Iraq è inaccettabile – ha aggiunto Iacomini – l’assedio in corso a Mosul sta flagellando la popolazione ed in Siria i civili sembrano non conoscere tregua. I raid aerei dell’ultima settimana hanno distrutto tutto ciò che era rimasto di Aleppo, lasciando 250 mila persone tra cui 100 mila bambini senza cure e aggravando ulteriormente la crisi umanitaria”.
In Siria negli ultimi giorni sono morti 60 civili, di cui 7 bambini soltanto nella giornata domenica, la cosiddetta giornata dell’Infanzia, ovvero l’anniversario dalla convenzione Onu firmata dagli stessi Paesi che continuano a bombardare i bambini. “Gli assedi in corso ad Aleppo e soprattutto a Mosul non hanno precedenti dal secondo dopoguerra. L’Unicef continua ad intervenire per alleviare le sofferenze dei civili in questi contesti, ma non possiamo nulla contro l’impotenza globale che impedisce di fermare questo scempio“, conclude la nota.