Riad Malki, ministro degli Esteri dell'Autorità nazionale palestinese, chiederà alla Corte penale internazionale dell'Aja (Cpi) di aprire un'inchiesta immediata sugli insediamenti ebraici in Cisgiordania. Secondo una nota dell'Anp, citata dall'Associated Press, Malki sosterrà che “ci sono prove convincenti del fatto che siano stati commessi gravi crimini, prove sufficienti a giustificare un'inchiesta immediata”.
Esposto
“La denuncia copre le azioni israeliane passate, presenti e future che mirano a promuovere, espandere e consolidare il regime di insediamento, perpetrato da o con l'assistenza del governo di Israele o dei suoi agenti e complici nel territorio occupato dello Stato di Palestina, compresa Gerusalemme Est”, si legge nel comunicato. L'Anp è entrata a far parte della Cpi nel 2015; un passo condannato da Israele che teme di essere chiamato a rispondere per l'occupazione dei Territori palestinesi. Tel Aviv, infatti, pur non facendo parte della Cpi potrebbe veder incriminati i suoi i cittadini laddove commettano reati contro il territorio o un cittadino di uno Stato che ne sia membro.
Rapporti tesi
Proseguono, intanto, le tensioni nella regione mediorientale. Il presidente turco Erdogan ha promesso di rivedere i “rapporti economici e commerciali” con Israele dopo il voto del prossimo 24 giugno. Sarebbe questo il “passo concreto” contro Tel Aviv deciso da Erdogan, presidente di un Paese in cui la strage di Gaza e l'apertura dell'ambasciata americana a Gerusalemme hanno causato rabbia e proteste da parte di tutti i partiti e della stragrande maggioranza dell'opinione pubblica. La scorsa settimana Erdogan aveva presieduto un vertice straordinario dell'Organizzazione della cooperazione islamica, in cui alla fine è stata formulata una vaga proposta di embargo sui prodotti israeliani.