Nuova nottata di raid in Siria, a quasi 24 ore dalle prime incursioni effettuate da Washington e dai suoi alleati arabi contro l’organizzazione jihadista. I caccia bombardieri avrebbero colpito nuovi obiettivi dell’Isis a sud est della città di Raqqa e nei pressi della località curda di Ain al-Arab, alla frontiera fra Siria e Turchia. Gli attacchi sono avvenuti a quasi 35 km a ovest e a sud di Kobanè, che si trova al confine, ha riferito Rami Abdel Rahman, capo dell’Osservatorio siriano dei diritti dell’uomo (OSDH). Proprio in questa zona l’Isis ha lanciato un’offensiva per prendere la città curda e garantirsi continuità territoriale su una vasta porzione di territorio al confine tra la Turchia e la Siria. Questa nuova offensiva ha costretto alla fuga più di 130.000 civili curdi, che si sono rifugiati in Turchia.
Intanto a New York si è svolto il vertice tra il presidente americano e i rappresentanti dei cinque Paesi arabi che hanno preso parte alla prima ondata di attacchi aerei. Nel corso dell’incontro, organizzato dal segretario di Stato Usa John Kerry a margine dell’Assemblea generale dell’Onu, Barack Obama ha ringraziato Arabia Saudita, Emirati Arabi, Giordania, Barhein e Qatar per il loro sostegno alla lotta contro l’Isis.
Mentre l’Unione europea aumenta di 215 milioni di euro gli aiuti alla Siria e ai Paesi vicini. Lo ha annunciato la commissaria europea alla Cooperazione, Kristalina Georgieva, a margine dei lavori dell’Onu. I nuovi finanziamenti includono 50 milioni di euro di aiuti umanitari e 165 milioni di aiuti allo sviluppo a più lungo termine. L’assistenza dovrebbe coprire anche i bisogni di decine di migliaia di profughi fuggiti in Turchia negli ultimi giorni, la più vasta ondata di rifugiati dall’inizio del conflitto.
