L’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce), in territorio ucraino per monitorare il cessate il fuoco firmato lo scorso 5 settembre tra Kiev e i filorussi, ha espresso una “forte preoccupazione per la presenza di carri armati separatisti in Ucraina orientale”.
Gli osservatori, infatti, affermano di aver individuato camion e carri armati nelle città ribelli di Donetsk e Makiivka, e già ieri le autorità ucraine avevano denunciato l’ingresso di truppe e armi dalla Russia. Da Usa e Nato non è arrivata nessuna conferma, ma nella notte a Donetsk sono scoppiati intensi combattimenti di artiglieria, e questa, secondo l’Osce, è la prima volta dalla firma del cessate il fuoco di settembre.
Ma le violenze non sembrano essere unilaterali: alcuni giorni fa, infatti, in un comunicato gli attivisti della Ong Amnesty International affermavano che a dover porre fine a questi attacchi sono “sia il governo ucraino che le forze separatiste”, che, non avendo armi idonee a distinguere la società civile, “commettono indiscriminatamente violazioni continue delle leggi di guerra”.