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L’accusa di Kiev: “I russi partecipano ai combattimenti”. E Mosca nega

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Crescono le tensioni in Ucraina: da ieri Donetsk è sotto i bombardamenti. Teatro di violenti scontri è stato l’aeroporto della città in seguito all’offensiva dell’esercito ucraino contro i ribelli che reclamano il controllo della struttura. Secondo i portavoci militari nelle operazioni sono morti tre militari e altri 66 sono rimasti feriti, l’aeroporto però sarebbe di nuovo sotto il controllo dei governativi. Annunci dello stesso tipo sono stati fatti anche dai ribelli filorussi che sostengono di aver respinto con successo gli attacchi e accusano gli ucraini di aver fatto riesplodere la guerra violando gli accordi di Minsk. Ma i combattimenti per il controllo dell’aeroporto hanno sconfinato in zone residenziali, causando 5 vittime civili nelle ultime 24 ore, a riferirlo è il rappresentante della difesa dei ribelli Basurin. In queste ultime ore sembra anche che una bomba di fabbricazione artigianale sia invece esplosa davanti al tribunale di Kharkiv, il bilancio è di 14 feriti, quattro dei quali verserebbero in condizioni molto gravi.

Gravi le accuse lanciate dall’Ucraina verso la Russia, di aver introdotto lunedì mattina due battaglioni dell’esercito nazionale, per un totale di 700 militari, a sostegno dei paramilitari filorussi. Mosca rispedisce al mittente ogni accusa. Non è interrotto però il dialogo tra Mosca e Kiev, Putin ha infatti inviato una lettera al presidente Poroshenko con la proposta di far ritirare l’artiglieria pesante ad entrambi gli eserciti. Mosca “ha ricevuto il consenso dai ribelli dell’Ucraina orientale di ritirare le armi pesanti sulla linea di contatto su cui insiste Kiev”: lo ha detto il ministro degli esteri russo, Serghiei Lavrov, nella sua conferenza stampa annuale aggiungendo che Mosca cercherà un immediato cessate il fuoco ai colloqui previsti stasera a Berlino. Potrebbero distendersi i rapporti tra la Ce e la Russia, in un momento in cui si discute sulla revoca delle sanzioni al paese del Cremlino.

Intanto migliaia di persone hanno marciato per la pace a Kiev domenica sotto lo slogan “Je suis Volnovakha”, per ricordare i 12 civili morti la scorsa settimana quando erano a bordo di un autobus. Secondo i separatisti il mezzo sarebbe passato su una mina, secondo Kiev sarebbe stato colpito dai ribelli filorussi. L’unica cosa certa è che si è ricominciato a combattere e i giovani ucraini vivono con il timore di una chiamata al fronte dopo che il presidente Poroshenko ha firmato una legge di parziale mobilitazione.

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