La Turchia ha inviato rinforzi militari alle sue postazioni stanziate nella regione di Idlib, nel nord-ovest della Siria. Lo riferiscono fonti giornalistiche siriane nella zona dove operano i soldati turchi a fianco di miliziani siriani anti-regime. L’area è sottoposta da più di due mesi a intensi raid aerei russi e governativi e da tentativi da parte delle forze di Damasco di sfondare la linea del fronte difesa dai gruppi armati anti-governativi. Entro la fine del mese rappresentanti politici e militari di Turchia, Russia e Iran prevedono di incontrarsi, come avviene periodicamente dal gennaio del 2017, per fare il punto sulla situazione nella regione di Idlib, l’ultima sacca di resistenza anti-regime nella Siria nord-occidentale.
Missili russi
Inatnto sale la tensione anche tra Ankara e Washington. Gli Stati Uniti hanno avvertito la Turchia che ci saranno “conseguenze nefaste” se non rinunceranno all’acquisto dei sistemi di difesa russi S-400 considerati incompatibili con la proposta di acquisto, da parte del governo turco, dell’aereo stealth F-35 di produzione americana. “La Turchia si esporrà a conseguenze reali”, ha detto la portavoce del Dipartimento di Stato americano Morgan Ortagus. Secondo il quotidiano Haberturk, di orientamento filogovernativo, sarebbe già iniziata la consegna degli S-400: il personale tecnico russo sarebbe arrivato in Turchia lunedì scorso per assistere al posizionamento delle prime testate, che sono partite dalla Russia domenica. La prima consegna – riporta Formiche.net – era prevista per fine luglio, quindi la notizia riportata da Haberturk non è stata confermata ma Erdogan aveva detto che Ankara aveva già pagato la commessa a Mosca.