Nell’ambito del processo di riforma nell’organizzazione politica e sociale da più parti invocato nel Paese, la Tunisia si è dotata di un nuovo sistema di cooperazione economica con i Paesi del G7 e dell’Unione Europea, per ridurre i ritardi nell’esame dei progetti e dei finanziamenti e rispondere più efficacemente ai bisogni urgenti del Paese, promuovere l’economia, investire sulla crescita, ridurre la disoccupazione e spingere sullo sviluppo.
Lo ha reso noto il Ministero degli Esteri tunisino, dopo un incontro tra i ministri degli Esteri, Khemaies Jhinaoui e dello Sviluppo, degli investimenti e della cooperazione internazionale, Yassine Brahim.
Un paio di settimane fa, il governatore della Banca centrale della Tunisia, Chedly Ayari, in un’audizione in Parlamento nell’ambito della discussione sulla nuova legge di riforma del sistema bancario, aveva affermato che il sistema finanziario nazionale presenta un ritardo di dieci anni, rispetto a Paesi come la Giordania e il Marocco, e dunque necessita di una urgente riforma. Ma, aveva assicurato,”le banche tunisine sono lontane dal fallimento, con l’eccezione di due istituti di credito”.