Non c’è solo l’integralismo islamico nei confronti delle altre religioni; nel secolare muoversi dei seguaci di Maometto ci sono forti motivi di tensione anche tra gli stessi islamici. In ossequio al wahabismo saudita infatti, l’interpretazione più severa dell’islam sunnita, la tomba del profeta Maometto a Medina (seconda città santa per tutti i musulmani) potrebbe essere distrutta ed i resti del Profeta inumati anonimi nel vicino cimitero di al-Baqi. Questo perché secondo i wahabiti la sepoltura ed i resti di Maometto sono oggetto di idolatria soprattutto dagli sciiti, considerati quasi degli apostati dai più intransigenti sunniti. Lo rivela il britannico The Independent secondo il quale la clamorosa proposta nel nome della purezza dell’Islam sarebbe contenuta in un documento di 61 pagine stilato da uno studioso saudita giunto all’attenzione del responsabile della moschea al Masjid al-Nabawi di Medina. Qui i resti di Maometto sono conservati sotto la cosiddetta Cupola Verde, visitata ogni anno da milioni di pellegrini. Custode di questa Moschea come de La Mecca, è il sovrano saudita re Abdullah. A rivelare il piano – che non è ancora stato approvato ma che se lo fosse alimenterebbe ulteriormente l’odio interconfessionale tra sunniti e sciiti – un altro studioso contrario al progetto.
Le divisioni tra sciiti e sunniti risalgono alla morte del fondatore dell’Islam, il profeta Maometto, nel 632 d.C.: la maggioranza di coloro che credono nell’Islam, che oggi noi conosciamo come sunniti e che sono circa l’80 per cento di tutti i musulmani, pensavano che l’eredità religiosa e politica di Maometto dovesse andare ad Abu Bakr, amico e padre della moglie di Maometto. C’era poi una minoranza, oggi la minoranza sciita, che credeva che il successore dovesse essere un consanguineo del profeta: questo gruppo diceva che Maometto aveva consacrato come suo successore Ali, suo cugino e genero.
Con il passare degli anni le differenze tra i due gruppi sono aumentate e oggi ci sono alcune cose condivise e altre dibattute. Tutti i musulmani sono d’accordo che Allah sia l’unico dio, che Maometto sia il suo messaggero, e che ci siano cinque pilastri rituali dell’Islam, tra cui il Ramadan, il mese di digiuno, e il Corano, il libro sacro. Mentre però i sunniti si basano molto sulla pratica del profeta e sui suoi insegnamenti (la “sunna”), gli sciiti vedono le figure religiose degli ayatollah come riflessi di dio sulla terra, e credono che il dodicesimo e ultimo imam discendente da Maometto sia nascosto e un giorno riapparirà per compiere la volontà divina (questo è il motivo per cui, tra l’altro, il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad in molte riunioni di governo lascia una sedia vuota accanto a sé: per aspettare il ritorno del Mahdi, l’imam nascosto). Questa differenza ha portato i sunniti ad accusare gli sciiti di eresia, e gli sciiti ad accusare i sunniti di avere dato vita a sette estreme, come appunto gli wahabiti, più intransigenti.