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La telefonata Trump-Haftar diventa un caso

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Non è ancora chiaro quale sia stato il ruolo di Donald Trump nell'offensiva sferrata da Khalifa Haftar nei confronti di Tripoli. Se in un primo momento, infatti, era stato il segretario di Stato Mike Pompeo a dissipare i dubbi, parlando degli Stati Uniti come di un Paese fortemente contrario all'iniziativa dell'uomo forte della Cirenaica, ci pensano ora le rivelazioni di Bloomberg ad annuvolare nuovamente il cielo sopra la Casa Bianca. Secondo il sito americano, non solo Trump non sarebbe stato contrario ma avrebbe addirittura indicato il suo sostegno in una telefonata ad Haftar in persona, risalente alla scorsa settimana. Una conversazione nota ma solo attraverso il resoconto ufficiale della Casa Bianca, nel quale si sosteneva che lo scopo della telefonata fosse riconoscere “il ruolo significativo di Haftar nella lotta al terrorismo e la sicurezza delle risorse petrolifere della Libia”, con i due leader a discutere di “una visione condivisa per la transizione della Libia verso un sistema politico democratico stabile”.

Situazione complessa

La conversazione ha avuto luogo subito dopo l'incontro avvenuto fra Trump e il presidente egiziano, Abdel Fattah al-Sisi, avvenuto il 9 aprile scorso, durante il quale il leader del Cairo avrebbe sollecitato il Tycoon a perorare la causa del generale di Tobruk, come sostenuto da alcune fonti americane. A quanto sembra, fra i colloqui intercorsi in quei giorni sarebbe da annoverare anche quello con il principe di Abu Dhabi, Mohammed bin Zayed al Nahyan, anch'egli sostenitore di Haftar, avvenuto appena un giorno prima che la Casa Bianca diffondesse il comunicato sulla telefonata intercorsa con il colonnello. Inutile dire che le voci di un possibile sostegno ad Haftar, abbiano ancora una volta fatto emergere dissonanze fra le attività del presidente e le dichiarazioni dei suoi consiglieri che, finora, si erano duramente opposti all'avanzata delle forze della Cirenaica, con Pompeo a invitare il colonnello a interrompere le operazioni e ritirare le truppe, visione peraltro condivisa anche dal consigliere Patrick Shanahan.

Nel frattempo, la situazione in Libia non è migliorata: nei giorni scorsi hanno avuto luogo diversi scontri, con attacchi aerei e via terra, che hanno portato a oltre 250 morti e oltre 1.000 feriti, tra cui numerosi civili e bambini.

Mattia Damiani: