Negli ultimi due anni la sospensione del trattato di Schengen da parte di alcuni Paesi europei per far fronte all'emergenza migranti è costata tra i 25 e i 50 miliardi. Il conto potrebbe salire in 10 anni a una cifra tra i 100 e i 230 miliardi se tutti i paesi reintroducessero in modo permanente i controlli alle frontiere. E' quanto emerge da una risoluzione adottata dall'Europarlamento.
L'area
Lo spazio Schengen è composto da 26 Paesi, 400 milioni di persone e 50.000 chilometri di frontiere esterne, all'interno del quale si dovrebbe poter circolare liberamente senza controlli. Nella prima relazione annuale sullo stato di Schengen – adottata con 439 voti a favore, 157 contrari e 80 astensioni – l'Europarlamento ha condannato la reintroduzione temporanea dei controlli alle frontiere per la crisi dei migranti da parte di Austria, Germania, Danimarca, Svezia e Norvegia (la Francia ha sospeso Schengen per terrorismo).
Critiche
I deputati ritengono che la sospensione di Schengen sia dovuta all'inadeguatezza dell'attuale sistema comune europeo di asilo e dalla mancanza di volontà politica, solidarietà e ripartizione delle responsabilità. Per l'Europarlamento, la maggior parte di questi controlli non sono né necessari, né proporzionati e sono dunque illegittimi. I deputati condannano inoltre qualsiasi costruzione di barriere fisiche, comprese recinzioni, tra gli Stati membri.