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La Russia accusa: “Trump ricatta i militari”

Non accennano a placarsi i toni della disputa Trump-Maduro. Ed ora si inserisce nella polemica di nuovo la Russia. Il presidente americano, il primo a riconoscere l'autoproclamato capo di Stato ad interim Juan Guaidò, ha ribadito nuovamente la sua posizione, invitando i funzionari militari venezuelani a sostenerlo nelle operazioni di ingresso degli aiuti umanitari per la popolazione. Concetto affrontato nuovamente da Miami dove, ancora una volta, il presidente è tornato ad attaccare Nicolas Maduro, definendolo “un burattino cubano” e avvertendo i funzionari che lo hanno aiutato a mantenere il potere che “gli occhi del mondo sono sopra di loro”. Si inasprisce la contesa, dunque, visto che anche lo stesso Maduro non le ha certo mandate a dire al Tycoon: “O pensiamo come Trump e come i gringos o non siamo niente. Noi continueremo a essere multicolore nella nostra capacità creativa, rispettando i convincimenti di ciascuno che può pensare quello che vuole”.

Gli aiuti

La polemica di Trump verte soprattutto sulla presunta opposizione di Maduro agli aiuti per il popolo venezuelano (la stessa accusa mossa da Guaidò). In particolare, il presidente si è riferito al “primo C-17 dell'aeronautica statunitense, sbarcato in Colombia due giorni fa carico di materiale cruciale per l'assistenza, tra cui migliaia di kit nutrizionali per i piccoli bambini venezuelani”. Sfortunatamente, ha detto ancora Trump, “Maduro ha bloccato questo aiuto salvavita dall'entrare nel paese, preferendo vedere la sua gente morire di fame che dare loro un aiuto”. Ed è in questo contesto che ha attribuito al presidente venezuelano l'epiteto di “burattino cubano”. Per quanto riguarda la soluzione alla crisi, parlando agli esuli del Paese sudamericano Trump non si è sbilanciato, affermando di preferire una soluzione pacifica ma che “tutte le opzioni sono sul tavolo”.

Il ringraziamento

Nel frattempo, Guaidò rincara la dose con un video apparso durante il comizio del presidente: “Voglio cogliere questa opportunità per ringraziare il popolo degli Stati Uniti e il presidente Trump per la sua determinazione e la sua chiara leadership nel supporto della democrazia e delle giuste cause in risposta a quello che sta succedendo in Venezuela. Ora c'e' un dibattito tra democrazia e dittatura, un dibattito tra la vita e la morte. Oggi questa battaglia è esistenziale”. Nel frattempo, Trump solca l'onda Venezuela sul piano politico: “Qui e in tutto l'emisfero occidentale il socialismo sta morendo e la democrazia sta nascendo. Un nuovo giorno sta arrivando. Gli Usa sono profondamente grati ad ogni dissidente ed esiliato. Quello che è successo in Venezuela non accadà mai a noi”.

Mosca: “Un ricatto”

L'appello rivolto dal presidente Usa, Donald Trump, ai militari venezuelani perchè si schierino con il leader dell'opposizione, Juan Guaidò, e' un “ricatto”. E' secco il commento di Mosca al discorso con cui ieri Trump ha intimato all'esercito di Caracas di abbandonare appoggiare Guaidò altrimenti “perderanno tutto”. “Il ricatto come modo per restituire la 'democrazia' al popolo venezuelano”, ha scritto su Facebook la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova.

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