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La ricetta russa per superare la crisi

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Sul Venezuela l'unica strada per trovare una soluzione alla crisi passa per il negoziato tra governo e opposizione. Questa la linea del ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, che dal Tagikistan ha nuovamente avvertito dei rischi che corre il Paese sudamericano con un cambio di regime.

La linea

“E' strano il perché i nostri interessi e quelli della Cina nel partecipare alla ricerca di opportunità per le parti venezuelane di raggiungere un accordo non vengano presi in considerazione. Continuiamo a credere che sia possibile trovare una via d'uscita dalla crisi solo portando sia il governo che l'opposizione al tavolo dei negoziati”. “Altrimenti – ha avvertito il capo della diplomazia russa – ci sarà il cambio di regime che l'Occidente è così impaziente di portare”. Per Lavrov, “non c'è un solo Paese dove la vita è diventata migliore come risultato di un cambio di regime”. 

Tokyo neutrale

E mentre un sempre maggiore numero di Paesi occidentali sta riconoscendo Juan Guaidò quale legittimo presidente del Paese sudamericano, il Giappone – che occidentale non è ma resta uno storico alleato degli Stati Uniti – ha deciso di assumere una prosizione neutrale, rifiutandosi di schierarsi con il leader dell'opposizione a Maduro. “Il Giappone spera fortemente che il movimento verso il ripristino della democrazia nel Paese proceda senza problemi e continua a monitorare le posizioni delle varie nazioni”, ha affermato il capo gabinetto Yoshihide Suga. “E' riprovevole che il governo venezuelano abbia tenuto una cerimonia d'inaugurazione del suo presidente senza adempiere alle sue responsabilità (verso il popolo)”, ha aggiunto. Un velato riferimento a Maduro, sostenuto da Cina e Russia. Già ieri, di fronte al riconoscimento di Guaidò come presidente ad interim da parte di una lunga serie di Paesi occidentali, il premier Shinzo Abe si era mantenuto vago, augurando il raggiungimento di una soluzione democratica, pacifica e stabile.

Edith Driscoll: