Parola d'ordine: flextension, ovvero una proroga flessibile. Sarebbe questa l'ultima ipotesi presa in considerazione per la Brexit e che starebbe prendendo quota, secondo quanto riferito all'Ansa da più fonti diplomatiche a margine del Consiglio Esteri, a Lussemburgo.
Possibilità
Si tratta, in sostanza, di una proroga lunga, fino a fine anno o fino all'aprile del 2020, con la possibilità per Londra di uscire poco dopo il via libera dei Comuni all'Accordo di divorzio. La maggior parte dei Paesi sembra infatti propensa a concedere più tempo a Londra, per evitare una “no deal' Brexit”, cioè un'uscita senza intesa, scenario che comunque resta sul tavolo. Secondo vari diplomatici è difficile pensare che la Francia, capofila della linea dura, si voglia prendere davvero la responsabilità di porre un veto sull'estensione, con le gravi conseguenze economiche che questo comporterebbe.
I falchi
Cresce, intanto, l'insofferenza verso Theresa May nell'ala più dura del partito conservatore. Il deputato Mark Francois, vice presidente dell'European Reaserch Group, la corrente degli euroscettici più radicali, starebbe facendo pressione sul falco Graham Brady, a sua volta presidente del Comitato 1922, per presentare una mozione di sfiducia contro la premier. Una misura tecnicamente impossibile – May, infatti, ha già superato un voto di sfiducia lo scorso dicembre e in base alle regole del partito conservatore si deve aspettare un anno per riproporlo – ma che indica bene il clima all'interno dei Tory. Lo scopo principale di questa richiesta, spiega lo stesso deputato, non è tanto costringere la premier alle dimissioni ma evitare l'estensione dell'articolo 50 da lei richiesta.
Dialogo
Il governo britannico, da parte sua, si augura che in giornata riprendano i colloqui con il partito laburista. Nel weekend , ha fatto sapere il portavoce di May, ci sono stati “dialogo e contatti” tra Labour e Downing Street, ha aggiunto senza rivelare il contenuto o l'entità dei colloqui. La premier britannica vuole raggiungere un accordo con l'opposizione “il prima possibile” ha poi sottolineato la portavoce evitando però di rispondere alla domanda se questo significhi che May ha bisogno di avere un'intesa prima del vertice straordinario a Bruxelles mercoledì