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“La procura egiziana è complice delle torture”

In un nuovo rapporto sull'Egitto diffuso oggi, Amnesty International ha accusato la Procura suprema per la sicurezza dello Stato di abusare regolarmente delle norme antiterrorismo per annullare le garanzie sul giusto processo e perseguire migliaia di persone che hanno criticato il governo in modo pacifico. Il rapporto, intitolato “Stato d'eccezione permanente”, rivela quelle che Amnesty denuncia come “le complicità della Procura suprema nelle sparizioni forzate, nella privazione arbitraria della libertà, nei maltrattamenti e nelle torture”. “La Procura ha imposto lunghi periodi di carcere a migliaia di persone sulla base di accuse inventate e privando in modo evidente i detenuti del diritto a un processo equo”, aggiunge l'organizzazione.

Sparizioni forzate

Il fenomeno delle sparizioni forzate era stato dennunciato anche lo scorso 3 ottobre in un primo rapporto in cui Amnesty Internationa riportava cifreallarmanti. Dallo scorso 20 settembre, denuncia la ong, le autorità egiziane hanno lanciato la più ampia campagna repressiva dalla salita al potere del presidente Abdel Fattah al-Sisi. Le persone arrestate sono oltre 2300, tra le quali almeno 111 minorenni. Decine degli arrestati sono stati successivamente rilasciati ma molti continuano a comparire in procura. Tra gli arrestati vi sono centinaia di manifestanti pacifici così come “bersagli” più specifici, quali avvocati per i diritti umani, giornalisti, attivisti ed esponenti politici, indagati nell’ambito di una inchiesta che, se si arriverà a giudizio, darà luogo al più grande procedimento penale della storia egiziana per fatti relativi a manifestazioni di piazza. “Il governo del presidente al-Sisi ha orchestrato questa campagna repressiva per abbattere il minimo segnale di dissenso e ridurre al silenzio ogni dissidente. L’ondata senza precedenti di arresti di massa, che ha riguardato anche persone non coinvolte nelle proteste, invia un messaggio chiaro: chiunque sia considerato una minaccia per il governo sarà colpito”, ha dichiarato Najia Bounaim, direttrice delle campagne sull’Africa del Nord di Amnesty International.

   

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