Lo scandalo delle molestie sessuali scatenato negli Usa dal caso Weinstein scuote l'Europa, dalla Gran Bretagna alla Francia passando per l'Austria.
Francia
Le donne francesi sono scese in guerra. Dopo attrici, medici, poliziotte e consulenti finanziarie, oggi numerose sostenitrici e attiviste del Front National, il partito di estrema destra, hanno denunciato i vertici di molestie. Secondo quanto scrive il quotidiano francese Le Monde, anticipato da Ansa, “diverse donne accusano in modo ricorrente di essere vittima di aggressioni, molestie o minacce da parte di membri del Front National”.
L'inchiesta di Le Monde è partita da un episodio del luglio 2016, quando una ex collaboratrice del partito denunciò mesi di minacce e ricatti da parte del consigliere regionale, Axel Loustau. In quella occasione, nonostante l'intervento della polizia, il presidente del gruppo Fn in Parlamento, Wallerand de Saint-Just, non diede peso alla vicenda. Per ora, né la direzione né la leader Marine Le Pen del partito non ha commentato le accuse.
Gran Bretagna
Non stanno meglio i colleghi d'oltremanica: si sta infatti ancora allargando lo scandalo sulle molestie sessuali nella politica britannica. L'ultimo nome a venire a galla è quello del deputato conservatore Charlie Elphicke, 46 anni, sospeso dal partito sulla base di “accuse gravi”: luomo è stato denunciato alla polizia.
Nuove rivelazioni anche sull'ex ministro della Difesa, Michael Fallon. Stando al Times, Fallon si sarebbe dimesso anche a causa un'accusa di “aggressione sessuale” (e non solo molestie, quindi) nei confronti di una donna. Non va molto meglio per il partito avverso, i Labour: dopo la sospensione del deputato Kelvin Hopkins, oggi un'attivista ha accusato Clive Lewis, ex ministro ombra della Difesa, di averla “palpeggiata”. Si prospetta un week end nero a Westminster.
Austria
Neppure la frigida (dal punto di vista del meteo) Austria è rimasta fuori dagli scandali. Oggi si è infatti dimesso – rinunciando al contempo al suo seggio in parlamento – Peter Pilz, leader di una lista omonima che ha conquistato 4 seggi nelle ultime politiche austriache. La decisione dopo le accuse arrivate da una giovane donna che aveva denunciato, al settimanale Falter, di essere stata molestata nel 2013 durante una conferenza di partito.
Pilz – ha precisato l'agenzia di stampa austriaca ripresa da Ansa – si è giustificato affermando di non avere memoria dell'incidente ma ha tenuto a precisare che contro le molestie sessuali ha sempre combattuto per “standard rigidi”. Ora, “questi standard si applicano anche a me“, ha commentato il 63enne che, come tutti gli altri, si è proclamato innocente e (ritornando su meteo) candido come la neve.
Staremo a vedere, ma è probabile che la miccia accesa dal caso Weinstein dilagherà anche nel resto d'Europa.