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LA PALESTINA ENTRA NELLA CORTE DELL’AJA, ISRAELE RISCHIA IL PROCESSO

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La Palestina è entrata ufficialmente a far parte dei 123 Paesi che aderiscono alla Corte penale internazionale, il tribunale per i crimini internazionali che ha sede all’Aja, in Olanda. Questa mattina si è svolta la cerimonia durante la quale il ministro degli esteri palestinese Ryad al Malki ha ricevuto una copia simbolica dello Statuto di Roma, che prevede i principi fondamentali sul funzionamento della Corte.

L’ingresso della Palestina tra gli stati membri del Cpi, offre quindi la possibilità di aprire un fascicolo contro i leader israeliani per crimini di guerra e crimini legati all’occupazione. In particolare si fa riferimento a quegli atti commessi dopo il 13 giugno 2014, data di inizio “dell’escalation militare israeliana” seguita al rapimento e poi all’uccisione di tre giovani ebrei in Cisgiordania. “E’una giornata storica – ha commentato il negoziatore capo Saeb Erekat – servirà come sollecito alla comunità internazionale ad assumersi le proprie responsabilità al fine di raggiungere una pace duratura e mettere fine all’occupazione”.

La domanda ufficiale per entrare a far parte della corte era stata presentata dall’ambasciatore Riyad Mansour il 2 gennaio 2015, dopo la bocciatura da parte del Consiglio di sicurezza della risoluzione palestinese per la fine dell’occupazione israeliana in Cisgiordania. Alcuni giorni dopo il presidente Abu Mazen aveva presentato un documento in cui autorizzava la procuratrice Fatou Bensouda ad avviare le indagini sulle “situazioni” riguardanti la Striscia di Gaza, l’espansionismo ebraico e lo sfruttamento delle risorse nei territori occupati.

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